Come ti insegno a diventare un nazista

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Come ti insegno a diventare un nazista

Come ti insegno a diventare un nazista

30 Marzo 2008

Del romanzo per ragazzi di
Morton Rhue, The Wave (L’onda), in Italia si sa poco o nulla
(mai tradotto). Tutt’altra storia in Germania. Pubblicato negli USA nel 1981, il
libro, grazie al tema, è da un paio di decenni uno dei testi di lettura
adottati con più frequenza nelle scuole tedesche. La storia de L’onda ruota attorno ad un insegnante
americano che decide di effettuare un esperimento con i suoi alunni: ricreare
in classe le condizioni che hanno determinato l’affermazione di una dittatura
di massa come il nazismo. Il libro di Rhue si ispirava ad un esperimento
realmente compiuto da un certo Ron Jones in una scuola californiana nel 1967:
il “microcosmo nazista” di Jones riuscì, nel senso che il livello di
sottomissione dei ragazzi crebbe in forma talmente rapida che l’insegnante
dovette faticare non poco per tornare a condizioni di “normalità”. L’ultimo
giorno Jones convocò gli studenti e invece di assistere all’annuncio della
nascita di un movimento su scala nazionale, si sentirono spiegare che “la terza
onda”, cioè ciò cui avevano preso parte, mostrava la genesi del nazismo e che
gli studenti, come i tedeschi negli anni Trenta, avevano aderito al modello
totalitario.

A quella vicenda il regista tedesco
Dennis Gansel ha voluto ispirarsi per realizzare un film che porta lo stesso
titolo del libro di Rhue, L’onda. Accompagnata
da affermazioni dello stesso Gansel del tipo: “penso che, persino oggi,
qualcosa del genere possa succedere ancora, in Germania”, la pellicola non poteva
non suscitare tra i tedeschi l’ennesimo dibattito sul “passato che non vuole
passare”. Una classe di una trentina di studenti viene indotta a forme di
cameratismo estremo attraverso l’uso di un’uniforme (una camicia bianca), di un
gesto di riconoscimento (il gesto dell’onda appunto) e di una stringente
disciplina. Il tutto ovviamente agli ordini del professore. La reazione dei
ragazzi è dapprima entusiasmante: cresce la resa scolastica e alla classe vorrebbero
aggiungersi altri studenti. Finché il professore non annuncia colui che è il
vero capo, cioè Hitler, il Führer,
che appare improvviso alla classe attraverso una proiezione filmica. Tra i
ragazzi, shockati, c’è incredulità e vergogna: mai avrebbero pensato di poter
essere così facilmente manipolati.

Il limiti dell’opera didattica che Gansel ha tentato con il film, hanno
sottolineato non pochi commentatori tedeschi, sono diversi e non secondari.
Anzitutto, l’esperimento di Jones e il libro di Ruhe sono ambientati negli USA,
e non si può far finta che studenti tedeschi di oggi non abbiamo idea di che
sia stato il nazismo. Così come pare quasi banale ricordare come diffusi
atteggiamenti conformistici non possano fare scandalo in alcun contesto
adolescenziale (di qualsiasi nazione si tratti…). Basterebbero queste
considerazione per rendere quanto inverosimile possa il film (volutamente
costruito per dimostrare una tesi). Se si aggiunge che l’esperimento viene
ambientato in una realtà poco caratterizzabile come tedesca (non viene mai
detto il nome della città nella quale si svolge la storia) appare più
giustificata la diffusa critica all’operazione di Gansel. Non si dimentichi poi
che il nazismo non è stata l’ultima forma di dittatura sperimentata su territorio
tedesco: la DDR (la Germania comunista), e il
Muro di Berlino con lei, sono stati abbattuti meno di vent’anni fa e da più
parti, in Germania, viene denunciata la scarsità d’informazione nella scuola su
quella realtà oppressiva, fondata sulla delazione. Visti i recenti successi del
partito “Die Linke” (i cui quadri provengono in buona parte dalla SED, il
partito comunista della DDR, e la cui base ha il proprio “zoccolo duro” nelle
decine di migliaia di ex-collaboratori della Stasi, i servizi segreti di
Berlino Est), più che per un ritorno del nazismo si dovrebbe temere per un
risorgente comunismo, che nei Länder tedesco-orientali e per oltre quarant’anni
ha dimostrato tutta la propria brutalità e il proprio fallimento.