Comedy Comey, Trump attacca: “Impossibile esaminare 650mila email in una settimana”
07 Novembre 2016
Reazioni contrastanti dopo che la FBI ha annunciato che Hillary Clinton non rischia la incriminazione per l’emailgate, l’inchiesta sulle email inviate dall’ex segretario di stato di Obama. “Via un’ombra dalla campagna elettorale della Clinton” titola il New York Times, quotidiano liberal che nelle scorse settimane ha fatto endorsement per Hillary. Di diverso avviso il New Yorker: “L’ultimo caso dell’Fbi è risolto a favore della Clinton ma non ci sono motivi di trionfalismo” scrive il giornale confermando le proprie perplessità sui candidati alla Casa Bianca.
Lo scontro, alla vigilia del voto, resta apertissimo. Dopo aver attaccato il numero uno della Fbi, Comey, adesso il portavoce della Clinton plaude, dicendo che “il tentativo di Donald Trump di utilizzare il direttore del Federal Bureau of Investigation, James Comey, di distrarre l’attenzione degli elettori nei giorni finali della campagna è andato in fumo”.
Donald Trump la pensa diversamente, e guarda ai sondaggi diffusi ieri, che lo danno sotto di qualche punto percentuale. Durante un comizio a Detroit, ieri sera il candidato repubblicano ha sostenuto che Clinton “è protetta da un sistema completamente corrotto” e che “è colpevole” e “la Fbi lo sa”. Per Trump è praticamente impossibile che gli agenti della Fbi abbiano potuto esaminare 650 mila email oggetto della indagine in una settimana. E resta aperta la questione di altre decine di migliaia di email, quelle che la Clinton sostiene di aver cancellato, che secondo Assange, Wikileaks, sarebbero conservate in un “cloud” della NSA.
Ieri, il direttore dell’FBI, Comey, ha inviato una lettera ai congressisti Usa annunciando che, compiuta l’indagine email trovate nel PC di Anthony Wiener, ex marito del braccio destro di Hillary Clinton, non intende modificare le conclusioni cui era, in precedenza, giunto. In sostanza, il comportamento dell’ex Segretaria di Stato, nei riguardi della sicurezza nazionale sarebbe stato noncurante ed azzardato, ma non criminale. Lo stesso Comey, in un’altra lettera precedente, aveva spiegato ai congressisti che ci sarebbe voluto molto tempo per compiere un’analisi delle email.
Ieri, invece, la sorpresa: Comey dichiara non solo di aver finito l’esame delle email, ma di aver avuto anche la possibilità di trarre delle conclusioni. Newt Gringrich, ex Speaker repubblicano della Camera, ha dichiarato che il direttore Comey crolla sotto il peso delle pressioni politiche subite in questi giorni. Tutto questo a meno di 48 ore dal voto.