Comunali di Isernia, l’incognita delle candidature e l’impasse del Pd
05 Febbraio 2012
Alle urne si andrà fra tre mesi, il 6 maggio, ma i tempi della politica sono lunghi e le grandi manovre di avvicinamento al voto sono già partite. Solo che per la corsa alla carica di sindaco, a Isernia, le posizioni in campo, tra centrodestra e centrosinistra, sono assolutamente antitetiche. La coalizione costruita attorno al Popolo della libertà ha già deciso come scegliere il proprio candidato, affidando la decisione ai cittadini attraverso il metodo delle primarie. Saranno organizzate dal Pdl, ma le porte saranno aperte ai contributi di tutte le altre forze che vorranno presentare propri uomini.
Naturalmente – questo può essere detto senza scandali – è quasi scontato che per Palazzo San Francesco si punterà su qualcuno del Popolo della libertà. È la forza politica più radicata, soprattutto a Isernia, vanta percentuali al voto che alcune volte hanno addirittura sfiorato il 50 per cento ed è quindi naturale che da lì si attinga per trovare l’uomo giusto per il dopo Melogli, il primo cittadino del capoluogo pentro che per due mandati ha retto l’amministrazione della città. I nomi che si fanno sono tanti, ma molti scommettono che sia Rosa Iorio, attuale assessore ma soprattutto sorella del “presidentissimo” Michele, ad avere le carte giuste per vincere la partita. La cosa, però, non appare scontata, dal momento che i calcoli al quartier generale del Pdl sono rigorosi: le ultime elezioni regionali hanno visto un forte calo di consensi per il governatore e, quindi, esporre un suo familiare alla prossima tornata elettorale potrebbe spingere gli “anti-Iorio” a coalizzarsi e a compattarsi.
Non bisogna dare appigli al centrosinistra, è il pensiero che circola negli ambienti di centrodestra. Perché se la situazione attuale dell’opposizione dovesse rimanere la stessa a lungo, per loro non ci sarebbero praticamente chances di vittoria. Già Isernia è, di fatto, un “feudo” del Pdl, se poi il Pd si presentasse spaccato e diviso, senza un candidato credibile, i giochi sarebbero praticamente chiusi prima ancora di cominciare.
I democratici, che delle primarie hanno fatto il proprio cavallo di battaglia, questa volta potrebbero “bypassarle”. I motivi di questa scelta sono diversi: viste le ultime performance elettorali, il Pd vuole evitare ogni possibile scherzo degli alleati ed essere perciò sicuro di portare alla corsa per la poltrona di sindaco un proprio uomo; in secondo luogo la consultazione popolare potrebbe rivelarsi un flop (scarsa partecipazione) e dare la misura, ancora prima del voto, che lo scollamento tra Pd e elettorato è davvero troppo forte. I nomi che circolano sono quelli di esponenti già noti, tutti politici di lungo corso già da tempo presenti nel Consiglio comunale.
Ma qualcuno, nelle scorse settimane, ha ipotizzato una strategia diversa che di nuovo, in effetti, ha ben poco: puntare su un uomo che riesca a raccogliere anche i consensi dell’area moderata dell’elettorato. Un personaggio, ad esempio, della società civile, lontano da quei partiti che troppo spesso sono stati bocciati dai cittadini al momento del voto. Un “simil-Frattura”, il candidato – ex Forza Italia – con cui il centrosinistra ha deciso di giocarsi le ultime Regionali. Una scelta che potrebbe rivelarsi, però, un’arma a doppio taglio. Sia perché toglierebbe l’identità di centrosinistra alla coalizione, sia perché la cosa potrebbe risultare difficilmente digeribile da Sinistra e libertà e dall’Italia dei valori. Sono loro, i “duri e puri” del centrosinistra, gli scogli più grandi da superare per il Pd. In caso di “papa straniero”, un candidato moderato lontano dagli schemi dei partiti, Sel e Idv potrebbero sfilarsi dalla coalizione, presentando proprio uomini e lasciando il Pd tutto solo. La mossa “centrista”, insomma, renderebbe le cose molto più difficili, spaccando la coalizione e spianando la strada al centrodestra. Ch – almeno per il momento – lavora in silenzio, lasciando all’opposizione tutta la scena. Forse, la strategia migliore per evitare di bruciarsi.