Comunicazione web ormai strategica anche in Vaticano
24 Ottobre 2017
Si è molto parlato, in questi giorni, della smentita di Papa Francesco al Cardinal Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino. Sicuramente un evento senza precedenti, come hanno sottolineato i giornali e alcuni commentatori, che si sono in genere concentrati sul ricorso, da parte del pontefice, a una correzione pubblica dell’intervento del cardinale, e al fatto che Sarah è figura di riferimento di un’area cattolica definita conservatrice.
Il merito riguarda una questione “tecnica”: in sostanza, con il suo Motu Proprio “Magnum Principium”, lo scorso 9 settembre Papa Francesco aveva dato una maggiore autonomia alle conferenze episcopali per la traduzione dei testi liturgici dal latino alle lingue locali. Il 12 ottobre sul quotidiano on line “La Nuova Bussola Quotidiana” esce una nota del Cardinal Robert Sarah, inviata al Papa qualche giorno prima, in cui il Prefetto competente in materia dà un’interpretazione del Motu Proprio. Sarah sottolinea la responsabilità finale della Santa Sede per le traduzioni, che non possono essere solamente ratificate, ma anche revisionate nel dettaglio, ponendo quindi quindi un limite alla maggiore discrezionalità delle comunità locali.
Il Papa ha voluto allora correggere pubblicamente questa interpretazione, scrivendo una lettera al Cardinale in cui ribadisce l’autonomia delle conferenze episcopali locali nelle traduzioni suddette. Inoltre Papa Francesco ha chiesto che la sua lettera di correzione fosse pubblicata dagli stessi siti internet che avevano diffuso la nota di Sarah, oltre che divulgata a tutte le conferenze Episcopali, ai membri e ai consultori del dicastero coinvolto. Curiosamente i giornali che hanno dato la notizia non hanno specificato che il sito in questione era uno solo, e cioè “La Nuova Bussola Quotidiana”, che aveva pubblicato in esclusiva la nota di Sarah, poi ripresa anche da altre testate. Ma soprattutto, la richiesta del Papa rivela e conferma la centralità assunta dal web nel dibattito pubblico, un circuito per certi versi ormai più significativo e vitale di quello cartaceo. È questo il punto che ci sembra sia stato trascurato: l’attenzione che anche le gerarchie cattoliche cominciano a riservare al web, che è diventato un luogo non solo di discussione, ma di azione e intervento.
Il Pontefice, a cui non mancano certo i mezzi per diffondere i suoi messaggi, ha chiesto esplicitamente, per la correzione, lo stesso veicolo – internet – utilizzato dal suo interlocutore. Una legittimazione inaspettata e sorprendente, non solo al sito in questione – la Nuova Bussola Quotidiana – ma anche al mezzo in sé. Insieme alla grande battaglia per Charlie Gard, questo evento segna una svolta, e sottolinea l’importanza assunta ormai dalla comunicazione su internet per il mondo cattolico. Un luogo di dibattito, di battaglia, di “controinformazione”, in cui si creano reti spontanee, prive di controllo verticale, ma molto fertili. È un fenomeno nuovo, che si aggiunge ai tradizionali spazi dei cattolici (le parrocchie, le associazioni, i luoghi delle opere, ecc.) di cui anche il Papa, evidentemente, si è accorto.