Con Alfano segretario si inaugura un nuovo corso per il Pdl anche in Puglia
06 Giugno 2011
In Puglia il centrodestra ha tenuto: "ha confermato quasi tutte le amministrazioni in cui era al governo e ne ha conquistate di nuove grazie ad alleanze locali con l’Udc e con liste civiche non di area. In alcuni Comuni, come quello di Ruvo di Puglia, i risultati non sono stati altrettanto buoni, soprattutto a causa delle divisioni interne alla coalizione e al partito, ma ci sono tutti i presupposti affinché le sconfitte incassate servano da stimolo per ripartire, in Puglia come nel resto d’Italia, con un nuovo corso per il Pdl". Per Domi Lanzilotta, consigliere regionale e vice coordinatore vicario del Pdl della Provincia di Bari, la designazione di Angelino Alfano a segretario nazionale del partito è il segnale di una svolta che punta a farne una formazione politica inclusiva e aperta al dibattito.
A questo punto è possibile tirare le somme del voto delle amministrative. Qual è il bilancio complessivo per il centrodestra in Puglia?
Il centrodestra ha confermato quasi tutte le amministrazioni in cui era al governo e ne ha conquistate di nuove grazie ad alleanze locali con l’Udc e con liste civiche non di area. Preoccupante, invece, il dato di quelle città dove il Pdl non raggiunge il ballottaggio o dove ridimensiona notevolmente la rappresentanza in consiglio comunale rispetto alle precedenti consultazioni, alle quali avevano partecipato le liste di FI e AN.
In quali comuni il centrodestra e il Pdl hanno riscontrato le maggiori criticità e quali, invece, sono stati gli esempi virtuosi?
Il caso più emblematico di come non ci si deve comportare, se si vuole tornare a vincere, è quello di Ruvo di Puglia. Ma non devono sfuggire alla critica le scelte e le strategie di Modugno, Noicattaro, Adelfia e Triggiano, dove i ritardi nell’impostazione delle alleanze e nella scelta delle candidature, fatte tutte in extremis, hanno compromesso la possibilità di costruire dei successi come invece i casi di Locorotondo, Palo del Colle e Casamassima insegnano.
A Ruvo di Puglia, in particolare, a contribuire in modo determinante alla sconfitta finale sono state proprio le vicende interne al centrodestra. Quali errori si potevano evitare e quali insegnamenti se ne traggono?
I risultati hanno dimostrato, inequivocabilmente, due cose: la prima è che Ruvo è una città dove la maggioranza degli elettori del primo turno si riconosce nel centrodestra, avendo dato più del 65 per cento dei consensi alle due coalizioni guidate da esponenti del Pdl, uno dei quali – Matteo Paparella – autosospesosi dal partito e Assessore provinciale in carica sino a pochi giorni dalla campagna elettorale; la seconda è che il Pdl di Ruvo non ha avuto, purtroppo, la maturità per amministrare un così grande consenso ma, al contrario, ha scelto di farsi condizionare al ballottaggio dai personalismi. Un dato su cui sarà necessario riflettere e che porta ad una considerazione immediata: probabilmente se avessimo avuto le primarie a Ruvo il Pdl avrebbe vinto.
A Casamassima, invece, la vittoria è stata proprio frutto dell’unione delle forze di centrodestra. Come si è riusciti, qui, a mettere d’accordo tutti?
L’aver condiviso per molti anni il ruolo di opposizione da parte del Pdl e dell’Udc ha sicuramente reso più credibile la coalizione di centrodestra che si è proposta in chiara alternanza ad un centrosinistra diviso e lacerato da molti anni di mal governo. I dirigenti locali hanno saputo interpretare la voglia di cambiamento attesa dai cittadini e hanno chiamato a guidare la coalizione di centrodestra un esponente dell’Udc proprio per allargare i confini dell’alleanza.
Oltre a quella di Ruvo, c’è stata anche un’altra sconfitta che ha bruciato parecchio: quella a Nardò, dove si partiva in vantaggio. Cosa è successo?
Non conosco la realtà di Nardò e non ho gli elementi per giudicare. Per quanto ho potuto apprendere dalla stampa probabilmente le alchimie innaturali contro qualcuno anziché a favore della città sono state bocciate dai cittadini e così un vantaggio certo si è trasformato in sconfitta.
La senatrice Adriana Poli Bortone, fondatrice di Io Sud, sembra disposta ad aprire un confronto con il Pdl a patto che si dimostri disposto al dialogo. Quale sarà la strategia che si adotterà per ricucire con questo settore dei moderati?
La senatrice Poli Bortone ha un ruolo nazionale nel centrodestra all’interno delle forze meridionaliste. E opportuno che sia il nuovo segretario nazionale Alfano, insieme ai vertici del Pdl che lo coadiuvano, a decidere il percorso migliore per trasferire e applicare in Puglia il modello utilizzato per dare stabilità al Governo nazionale.
In Puglia il centrodestra ha sostanzialmente tenuto, ma si sono comunque commessi molti errori. Ci sarà un cambio di rotta nel Pdl pugliese e, se sì, quali aspetti interesserà?
Il nuovo corso, che si è inaugurato con la designazione di Angelino Alfano a segretario nazionale del partito per renderlo inclusivo e aperto alle forze fresche, insieme al dibattito sulla introduzione delle primarie per le cariche istituzionali monocratiche, fatta da Gaetano Quagliariello e da altri autorevolissimi esponenti del Pdl, sono sicuramente due novità che animeranno il partito in tutta Italia, e quindi anche in Puglia.