Con gli azzurri a casa a venir fuori è il sentimento nazionale

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Con gli azzurri a casa a venir fuori è il sentimento nazionale

25 Giugno 2010

A riassumerle e sovrapporle tutte, viene da sorridere e viene il mal di testa. Ma le reazioni pubbliche all’eliminazione dell’Italia dai Mondiali di Sudafrica (un’eliminazione nella fase a gironi che ha un unico precedente storico, ai tempi di Germania 1974), danno comunque l’idea di una partecipazione sentita e condivisa, alla stessa disavventura di squadra.

Di un gruppo disomogeneo, è vero, ma pur sempre di un gruppo, tutto sommato. E vai con i pensieri sparsi e con le prime parole che ci sono venute in mente, su quello che (ci) è successo, su come è andata a finire.

Marcello Lippi: "Mi prendo tutte le responsabilità e mi fermo per qualche mese. È mia intenzione non allenare per un po’". Giorgia Meloni: "Sono molto avvilita ma non me la sento di fare il ct e di dire cosa era giusto fare e cosa no". Daniele De Rossi: "Abbiamo fatto una brutta figura". Gennaro Gattuso: "Ora ci faranno Cavalieri della vergogna". Mario Pescante: "Avevamo a disposizione solo onesti lavoratori del pallone". Fabrizio Cicchitto: "Alla fine, c’è la conferma che abbiamo sbagliato tutto".

Pierferdinando Casini: "Non mi sono perso nulla". Vittorio Sgarbi: "Dovevamo comprarci la partita: bastava avere Moggi al posto di Lippi". Roberto Calderoli: "Purtroppo per Lippi, in nazionale non possono giocare gli immigrati di lusso dello sport". Matteo Salvini: "Vent’anni fa Fini avrebbe detto che la Slovacchia non esisteva". Luigi Bobbio, sindaco di Castellammare di Stabia: "Se solo la nazionale avesse parlato più napoletano, le cose sarebbero andate diversamente". Giorgio Merlo: "Molti hanno l’impressione che questa volta si è come perseguito un disegno – misterioso – che ha portato alla nostra eliminazione".

Il Codacons chiede che tutti i partecipanti alla spedizione azzurra "siano pagati con 1 euro di compenso". Gigi D’Alessio: "Di Natale e Quagliarella / la sola cosa bella. Pazzini senza Cassano s’è sentito come Mogol senza Battisti". Gianni Rivera: "Dormi poco, sei triste, pensi al fallimento: quando giochi per l’Italia hai un paese sulle spalle e se cadi provochi un disastro". Renzo Ulivieri: "Lippi è un capo e ha le spalle grosse". Serse Cosmi: "E adesso, perlomeno rispetto a Donadoni, Prandelli parte già avvantaggiato: perché per riuscire a peggiorare questa squadra, ce ne vuole".

Eccetera eccetera, di reazione emotiva in reazione emotiva, a catena. Con gli italiani mano nella mano, nonostante tutto. Riecco uno straccio di autentico sentimento nazionale. Servirà per eliminare la polvere che ci hanno fatto mangiare (su un campo di calcio), paraguaiani, neozelandesi e slovacchi.