Con gli Stati generali la Roma di Alemanno prova a ripartire

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Con gli Stati generali la Roma di Alemanno prova a ripartire

24 Febbraio 2011

 

Gli Stati generali della città di Roma convocati da Gianni Alemanno, e presentati nei giorni scorsi a tutta l’Italia, rappresentano un’ottima opportunità sotto molti punti di vista. Gli oltre duecento progetti illustrati alla città possono rilanciare l’azione governativa del sindaco e modificare realmente il volto della Capitale. Mancano due anni e qualche mese al termine del mandato da primo cittadino: se almeno una parte di tutte le cose belle enunciate nei giorni scorsi vedranno la luce, Alemanno avrà tutte le ragioni per chiedere nuovamente la fiducia ai romani.

L’obiettivo è rendere la città all’altezza delle altre grandi metropoli europee. Un ritornello che si va ripetendo da troppo tempo. Dopo i fasti degli annunci ora si attende la traduzione in termini pratici di quanto illustrato, anche perché, se i progetti non riuscissero a tramutarsi in realtà e rimanessero solo pezzi di carta, si avrebbe un vero effetto boomerang. Il sindaco, che deve lasciarsi alle spalle le recenti polemiche sulla ‘parentopoli’ nelle aziende municipalizzate e un generale calo di consensi, è quindi ad un bivio. La strada del successo porta poi dritta alle Olimpiadi di Roma 2020: la candidatura c’è, e il comitato, che sarà presieduto da Mario Pescante, è formato da tutti poteri forti. Il sostegno del Governo e della Regione Lazio contribuiscono a rendere ulteriormente solida la candidatura.

C’è da sconfiggere Tokyo, che per quanto riguarda le infrastrutture e l’organizzazione è più avanti di Roma, ma che ufficialmente non ha presentato ancora la sua candidatura. La decisione spetterà al Cio a Settembre del 2013 fino a quel giorno diplomazie e lobby saranno al lavoro. Ma oltre alla capitale nipponica la città deve sconfiggere anche altri nemici storici: un sistema di mobilità vetusto, l’abbandono delle periferie, l’incapacità di attirare un numero maggiori di turisti, la riqualificazione del centro storico più grande d’Europa, la rinuncia a pensare in grande.

La malattia si conosce, per rendere operativa la terapia serviranno soldi, tanti soldi. I rubinetto dai quali dovrebbero sgorgare denari sarà aperto in parte dai privati e in parte dal ministero dell’Economia. L’aiuto di via XX Settembre diverrebbe fondamentale soprattutto se Roma dovesse vincere la corsa olimpica.

Ma torniamo al futuro prossimo: i primi progetti a partire riguarderanno la pedonalizzazione del tridente ( l’area compresa tra via del Corso, via di Ripetta e via del Babuino), la realizzazione del sottopasso all’altezza dell’Ara Pacis, un’opera questa che permetterà di creare un’area isola pedonale nell’area intorno all’altare dedicato ad Augusto. E poi la Smart grid energetica all’Eur (un sistema di auto alimentazione energetica), il secondo Polo turistico nel quadrante sud ovest della città, oltre alla demolizione e ricostruzione di Tor Bella Monaca, una delle peggiori periferie italiane.  

Alemanno, commentando a caldo la due giorni al palazzo dei Congressi ha addirittura parlato di “svolta esistenziale”, spiegando inoltre come lui, a differenza di altri sindaci, abbia messo la faccia di fronte ai 225 progetti del Piano Strategico di Sviluppo. A chi l’ha accusato in questi giorni di guardare al futuro tralasciando il presente il sindaco ha risposto citando il suo predecessore Argan, che amava spesso ripetere come Roma fosse una città “ interrotta perché ha smesso di guardare al futuro”.

Tra i progetti presentati, uno in particolare, secondo l’ex ministro dell’Agricoltura è più strategico degli altri: la realizzazione del secondo hub di Fiumicino, la madre di tutte le battaglie. Mancano due anni e qualche mese al termine del mandato da primo cittadino: se almeno una parte di tutte le cose belle enunciate nei giorni scorsi vedranno la luce, Alemanno avrà tutte le ragioni per chiedere nuovamente la fiducia ai romani.