Con i tagli fiscali di Osborne il governo inglese si riscopre un po’ thatcheriano

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Con i tagli fiscali di Osborne il governo inglese si riscopre un po’ thatcheriano

23 Marzo 2012

di E.F.

Alla fine il governo di David Cameron ha messo in campo un po’ di sano thatcherismo e di politica economica ‘supply side’, sul lato dell’offerta. L’annuncio fatto dal Cancelliere dello Scacchiere, il ministro delle finanze britannico, George Osborne, di un taglio fiscale per l’anno 2013 sulle aliquote della tassa sul reddito delle persone fisiche, così come su quelle sul reddito delle persone giuridiche, è una bella notizia in tempo di austerità merkeliana.

Osborne ha annunciato le nuove misure durante il rituale discorso sullo stato delle finanze del Regno alla Camera dei Comuni durante il solstizio di Primavera. Spalleggiato dal primo ministro, David Cameron, e dal vice-premier Daniel Clegg, Osborne ha declinato le varie iniziative che il governo britannico intende intraprendere per ridare slancio all’economia inglese, come noto, anch’essa influenzata da un contesto europeo e mondiale di recessione.

Il governo di Sua Maestà britannica taglierà le aliquote della tassa sui redditi delle persone fisiche superiori alle 150.000 sterline britanniche, ovvero 180.000 euro, dall’attuale 50% al 45% (il WSJ ha ‘rimproverato’ ad Osborne di non aver riportato l’aliquota direttamente al 40%); quanto alle aliquote sull’imposta per le persone giuridiche, in base a quanto annunciato, si assisterà nel 2013 a una diminuzione dal 26% al 24%, che entro il 2015 scenderà ulteriormente al 22%. Costo dell’operazione: 100 milioni di sterline.

Un taglio “ai ricchi” che non ha mancato di far salire sulle barricate l’opposizione laburista guidata Ed Milliband, il quale nei suoi minuti di contro dibattito ai Comuni, ha attaccato i tagli fiscali definendoli “iniqui”. Tra le misure intraprese, c’è anche l’aumento del reddito minimo tassabile che passerà dalle attuali 7.475 a 9.205 sterline. Una misura evidentemente a favore dei redditi più bassi. Tagli alle estreme insomma.

Le misure annunciate dal governo britannico arrivano in una fase economica non certo espansiva. Secondo le stime dell’Office for Budget Responsability – corpo indipendente britannico che ha la finalità di studiare la sostenibilità delle finanze pubbliche, citato spesso durante l’allocuzione di Osborne – l’economia britannica crescerà solo dello 0,8% sull’anno fiscale in corso. Un contesto macroeconomico che rende estremamente difficile prevedere l’efficacia di misure anti-cicliche appena annunciate.

Infatti nell’equazione di Downing Street ci sono alcune incognite che potrebbero mettere in seria difficoltà il buon esito dell’operazione. Prima di tutto c’è il problema del possibile declassamento del debito britannico, che secondo Fitch, potrebbe perdere a breve la tripla A a causa dell’alto deficit (nel 2011 all’11%) e dell’alto debito pubblico. E non è certo se l’obiettivo di portare il deficit all’8% per l’anno fiscale 2012 sarà sufficiente a calmare i mercati (come ha fatto notare Peter Oborne sul quotidiano ‘Telegraph’, l’attuale legislatura parlamentare a scadenza tra due anni non voterà il pareggio di bilancio).

In secondo luogo, esiste il rischio di un aumento repentino del prezzo del petrolio, qualora il governo israeliano decidesse di intervenire militarmente contro gli impianti nucleari iraniani. In questo senso a poco servirebbero l’abbassamento delle accise sui carburanti che il governo inglese ha promesso.

Insomma la scommessa è tratta ma è chiara l’operazione politica (rischiosa) messa in campo dal governo inglese. L’annuncio del taglio fiscale si staglia esattamente a metà mandato del governo di David Cameron. Le elezioni generali in Inghilterra avranno luogo nei primi sei mesi del 2014. Il ‘matrimonio d’interesse’ con i LibDem non è destinato a durare in eterno e il partito Conservatore ha bisogno di differenziarsi dall’attuale alleato liberal-democratico, soprattutto in materia fiscale e di politica economica.

E’ lecito ritenere che se il governo Cameron fosse stato “monocolore” – ovvero sostenuto da una maggioranza parlamentare prettamente Tory – i tagli fiscali sarebbero stati più consistenti e, c’è da augurarsi, non compensati dalle altre misure di raccolta fiscale sui ceti abbienti che Osborne ha annunciato durante il suo discorso – probabile contropartita ai LibDem – e che dovrebbero fruttare all’erario di SM 500 milioni di sterline.

Resta da capire cosa farà la leadership Conservatrice per riacciuffare la maggioranza assoluta nel 2014. Mancano ancora due anni di governo e le variabili (politiche) da gestire sono innumerevoli.