Con il federalismo fiscale si mettono al sicuro le tasche delle famiglie italiane

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Con il federalismo fiscale si mettono al sicuro le tasche delle famiglie italiane

18 Gennaio 2011

Continua in questi giorni il lento percorso di riforma del federalismo fiscale regionale, con la Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale (COPAFF) che sta procedendo ad analizzare il testo del decreto attuativo relativo all’autonomia impositiva delle Regioni, sulla base di quanto previsto dalla legge delega n. 42 del 2009.

Numerose le novità, soprattutto per quanto riguarda le norme relative alla compartecipazione al gettito IVA e all’addizionale regionale sull’Irpef, la cui attuale normativa non consente alcuna possibilità di personalizzare l’imposta, facendo sorgere evidenti problemi di inequità del carico tributario, poiché, ad esempio, un single si ritrova a pagare esattamente lo stesso ammontare di un padre di famiglia con cinque figli a carico, nonostante i due soggetti abbiano una capacità contributiva nettamente diversa.

Il decreto legislativo sulla fiscalità regionale prevede un notevole passo in avanti per l’adozione di politiche fiscali a favore dei nuclei famigliari più disagiati, garantendo finalmente alle Regioni una certa flessibilità operativa nella scelta della politica di tassazione. Una ricetta più volte caldeggiata da numerosi governatori, soprattutto quelli che da anni si battono per poter disporre di strumenti fiscali a vantaggio dei nuclei famigliari più numerosi, come il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Ricordiamo che, ad oggi, alle Regioni non è consentito di attuare politiche fiscali proprie mediante strumenti tributari.

Il punto di svolta verso l’introduzione di politiche fiscali orientate alla famiglia su base regionale è arrivato con l’art. 7 della legge 42 del 2009, il quale prevede come per l’addizionale Irpef il legislatore delegato debba strutturare il sistema in modo da consentire alle leggi "di introdurre variazioni percentuali delle aliquote delle addizionali" e "disporre detrazioni entro i limiti fissati dalla legislazione nazionale".

Recependo questo dettato normativo, il decreto sul fisco regionale prevede una nuova disciplina per l’addizionale Irpef. Innanzitutto, viene stabilito che le Regioni a statuto ordinario possano variare l’addizionale dello 0,9 per cento e che l’aliquota di base non possa essere incrementata in misura superiore allo 0,5 per cento, sino all’anno 2013, all’1,1 per cento, per l’anno 2014 e al 2,1 per cento, a decorrere dal 2015. Secondariamente, viene prevista la possibilità per le Regioni di riconoscere, tramite una propria legge e senza oneri per lo Stato, delle detrazioni volte a favorire l’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, ad esempio per ogni figlio a carico.

Non solo. Con il nuovo disegno federalista si rafforza il sistema regionale del welfare, grazie alla possibilità prevista per le Regioni di concedere detrazioni dirette in sede Irpef di svariate forme di bonus a favore di famiglie e single (anziani, buono scuola, disabili, ecc.) che ad oggi, per via di lungaggini burocratiche, sono impedite. Infatti, oggi un cittadino paga le imposte che confluiscono a livello centrale, salvo poi ritornare indietro alle Regioni che le restituiscono infine al cittadino, al netto però del pesante costo burocratico necessario per gestire tutto questo transfer.

La scelta di permettere alle Regioni di studiare delle proprie politiche fiscali differenziate, sfruttando le detrazioni sull’addizionale Irpef, sembra quindi ottima per semplificare l’attuale sistema e lasciare nelle tasche delle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti, risorse aggiuntive fino ad oggi sottratte dalla costosa macchina amministrativa.