“Con il gasdotto Tap il Sud Italia sarà hub energetico europeo”

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“Con il gasdotto Tap il Sud Italia sarà hub energetico europeo”

31 Dicembre 2013

Il Tap (Trans-Adriatic Pipeline) è un progetto di gasdotto destinato a unire Caspio, Caucaso e in prospettiva Medio Oriente all’Italia passando per Grecia e Albania. Un’opera ambiziosa e considerata prioritaria dall’Unione Europea che l’ha inserita all’interno delle Reti energetiche trans-europee (Ten-E). Ma il fronte del No alle grandi opere ha già trovato un acronimo che riassume la protesta delle comunità locali contro il gasdotto, No Tap, appunto. Dell’importanza di progetti del genere e della partita che si gioca sulle grandi reti infrastrutturali in Europa parliamo con Paolo Tancredi, deputato del Nuovo Centrodestra e vicepresidente della Commissione Politiche Comunitarie della Camera.

Onorevole, ha sentito? Dopo No Tav e No Triv sono spuntati i No Tap

Finché c’è dialogo e un’azione di raccordo tra istituzioni e comunità i comitati locali sono benvenuti, non criminalizzo nessuno a priori. Ricordo che il progetto del gasdotto Tap ha incassato la fiducia della Camera ad ampia maggioranza.

10 miliardi di metri cubi di gas all’anno che trasformerebbero il nostro Mezzogiorno in un hub energetico

Oggi infatti ci limitiamo a importare gas, bisogna diversificare gli approvvigionamenti. E’ l’Europa a chiederlo: meno carbone più gas.

I grillini dicono che economicamente il gasdotto non sposterà una virgola perché è in mano a multinazionali straniere, gli ambientalisti aggiungono che Melendugno – in Salento – è una cittadina bandiera blu in una zona di grande valore archeologico.

Alla sicurezza ambientale e del patrimonio naturale e culturale non si può rinunciare ma stiamo parlando di un microtunnel, di un tubo dalle dimensioni limitate. Su circa 870 chilometri di tratta fra Caspio e Adriatico, la condotta interrata prevista in Italia è di appena 5 chilometri. Ci sono anche aziende italiane coinvolte nel progetto e opere del genere creano sempre occupazione sul territorio.

Perché il Tap è importante per l’Europa?

Ho detto della diversificazione energetica. Aggiungo che integrare i Balcani nelle Reti Ten è uno degli obiettivi strategici di Europa 2020. Penso all’Albania che avrebbe un’occasione in più per rafforzare il suo sistema infrastrutturale collegandosi alla Macro Regione Adriatica voluta da Bruxelles, superando il totale isolamento a cui l’aveva condannata l’isolazionismo del regime comunista.

Dall’economia siamo passati alla geopolitica

Grazie a progetti del genere Eurosud può integrarsi meglio con i Paesi dei Balcani Occidentali che si stanno avvicinando alla Ue, favorendone lo sviluppo dei trasporti, energetico e delle telecomunicazioni. Parliamo di un’area che dall’Adriatico attraversa l’Europa sud-orientale fino al Medio Oriente. Significherebbe creare un asse strategico che dall’Italia potrebbe connettersi al cuore economico-industriale della Unione.

Può spiegarsi meglio?

L’Italia deve svolgere un ruolo chiave per la sua posizione geografica, collegando gli assi energetici verticali e orizzontali della Unione e transeuropei. Voglio dire che occorre rafforzare l’intermodalità tra Adriatico e Tirreno, Mediterraneo orientale e occidentale da una parte, e con i corridoi Baltico-Adriatico e Scandinavo-Mediterraneo dall’altra, dando vita a un’unica grande piattaforma logistica.

Sembra di sentire l’eco di un progetto come il "Corridoio VIII" che avrebbe dovuto rappresentare un asse strategico per il nostro Mezzogiorno e che invece è stato "congelato" dalla Ue.

Più che congelato direi che è cambiato l’approccio: non abbiamo rinunciato a sviluppare singoli "lotti" destinati a far progredire l’idea del Corridoio VIII, penso al sistema dei trasporti, per esempio alla Napoli-Bari. Anche il Tap andrebbe in questa direzione. L’obiettivo è facilitare investimenti e opere finanziabili anche in tratte extraeuropee com’è il caso dell’Albania.