Con il Museo della memoria e della storia, Isernia espone i suoi ricordi
24 Giugno 2011
di L. C.
“Un popolo, una civiltà che dimentica la propria storia perde la propria identità, la propria solidarietà, svanisce”, ha scritto qualche anno fa il sociologo Francesco Alberoni in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera. Di questa frase ne hanno fatto tesoro gli amministratori comunali di Isernia. Facendo seguito a una delibera consiliare dello scorso dicembre, è stato inaugurato ieri pomeriggio, nei locali dell’edificio comunale del Torrino, il “Museo della memoria e della storia”.
Suddiviso in tre settori, racchiude l’orgoglio e le ferite di una città. Uno spazio è dedicato al bombardamento americano del 10 settembre del 1943, il secondo settore è riservato a Celestino V, il Papa del "gran rifiuto", cui Isernia diede i natali, mentre la terza stanza raccoglie i capolavori della storica arte del tombolo, ossia il merletto isernino. “Questo museo mancava ed è un importante biglietto da visita per la nostra città” – ha dichiarato il sindaco, Gabriele Melogli. “Sono certo – ha aggiunto – che gli isernini ne andranno fieri, perché nei locali del museo c’è buona parte della loro storia e sarà utile per tramandare i nostri ricordi alle generazioni future”.
Il viaggio parte dal bombardamento del ’43. Quella mattina di settembre gli isernini, fazzoletti al vento, salutarono i primi aerei degli Alleati che sbucarono da dietro le montagne. Pochi istanti dopo terrore e morte presero il sopravvento. Per sbarrare la strada ai tedeschi in ritirata, sulla città furono sganciate tonnellate di bombe. Un terzo della città fu rasa al suolo, mentre sotto le macerie rimasero centinaia di vittime. Per questa strage di innocenti la città è stata insignita della Medaglia d’oro al Valor Civile, ma è solamente adesso, con questo museo, che le vittime sono, per così dire, uscite dall’anonimato. Oggi nel Torrino c’è una sorta di sacrario: sono riportati tutti i nomi delle persone che persero la vita sotto quella pioggia di bombe. Nelle varie stanze allestite in collaborazione con un’associazione di Scapoli − il paese delle Mainarde dove mosse i primi passi il Corpo italiano di liberazione − è possibile osservare le foto di quei tragici giorni vissuti dalla città di Isernia. Ma ci sono anche le divise dei vari eserciti che combatterono in questa zona a ridosso della linea Gustav, gli effetti personali (alcuni davvero curiosi) dei soldati, le loro armi e ciò che resta di alcune delle gigantesche bombe sganciate sul capoluogo di provincia isernino.
Il secondo settore è dedicato a quello che a Isernia chiamano con affetto il “Santone”. È Papa Celestino V, l’eremita del Morrone che rinunciò al papato. L’anno scorso, per accogliere le reliquie del Santo in occasione degli 800 anni dalla sua nascita, la diocesi di Isernia-Venafro ha organizzato una mostra fotografica dal titolo: “Il cammino di un Santo”. Una mostra ideata per consentire alle migliaia di fedeli accorsi in Cattedrale di conoscere meglio il percorso terreno e spirituale di Pietro Angelerio. Oggi – arricchita naturalmente con alcuni oggetti riconducibili a papa Celestino V – questa mostra è diventata permanente ed è parte integrante del Museo appena inaugurato.
L’ultima tappa del viaggio è riservata all’arte del tombolo (dal latino tumulus, riferito al cuscino d’appoggio usato per la lavorazione del merletto). Un’arte antichissima e molto apprezzata, di cui già si parla in alcuni documenti risalenti al XVI secolo. Sembra che la lavorazione a fuselli sia stata introdotta a Isernia dalle ragazze della nobiltà napoletana, che venivano mandate in città dalle loro famiglie per farsi monache. Con il passare degli anni i segreti del ricamo artistico furono trasmessi alle donne isernine. Per loro diventò un mestiere, che fino a qualche decennio fa ha dato un notevole contributo all’economia locale.
Il tombolo, comunque, presto potrebbe tornare a riavere la considerazione del passato. Ieri, infatti, in città è stata inaugurata anche la Mostra permanente dell’artigianato. Nel centro storico sono state allestite alcune botteghe. L’obiettivo dell’Amministrazione comunale è chiaro: rilanciare le antiche attività artigianali di Isernia, migliorandone la qualità e promuovendone la commercializzazione.