Con la Fondazione “Giovanni Paolo II” il Molise punta all’eccellenza
23 Giugno 2011
Il centro di ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso si avvia a diventare una Fondazione. La data stabilita è il 1° luglio, mentre il passaggio successivo sarà quello dell’accreditamento come Irccs, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Questo significa più fondi per la ricerca e una crescita ulteriore della qualità dei servizi offerti ai cittadini.
La Fondazione è stata intitolata a Giovanni Paolo II (allo stesso modo dell’attuale sede della Cattolica). Fu proprio il Pontefice a benedire, il 19 marzo del 1995, la prima pietra della struttura che poi sarebbe sorta più tardi sulle colline attorno al capoluogo regionale del Molise. Le parole di Karol Wojtyla vengono ricordate ogni anno, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. In particolare, il Papa si rivolse ai molisani augurando loro di “rendere la struttura altamente specializzata, un’autentica casa di cura e di formazione sanitaria a dimensione umana”.
La Fondazione di ricerca e cura “Giovanni Paolo II” sarà "un avamposto sia in ambito assistenziale che in quello degli avanzamenti scientifici e tecnologici”, ha ricordato recentemente lo stesso rettore dell’Università Lorenzo Ornaghi. I numeri della Cattolica a Campobasso non lasciano dubbi sulla qualità dell’offerta sanitaria e il centro di ricerca è diventato negli anni un punto di riferimento sia per i malati del Molise che per quelli fuori dalla Regione. Sono 12 mila ogni anno i trattamenti medici effettuati per neoplasie e 25 mila le prestazioni sanitarie nel campo delle malattie cardiovascolari. A questo va aggiunta una intensa attività di ricerca, che sarà implementata con l’accreditamento Irccs.
Gli obiettivi della Fondazione vanno in due direzioni: la prima è quella di attrarre la ricerca scientifica internazionale nella sede molisana, per farne un luogo privilegiato di iniziative di eccellenza; la seconda è rafforzare ogni possibile sinergia in campo scientifico e tecnologico con le altre facoltà dell’Ateneo molisano: oltre a quella di Medicina e Chirurgia, anche Agraria e Scienze matematiche, fisiche e naturali.
Ieri, intanto, si è svolto un incontro proprio nella sede della Cattolica a Campobasso tra il direttore del centro, Savino Cannone, il dirigente amministrativo, Antonio D’Aimmo, e il vice presidente della Giunta regionale del Molise, Mario Pietracupa. Nonostante le difficoltà relative ai tagli alla sanità e ai sacrifici stabiliti dal piano di rientro dal deficit regionale, Pietracupa ha voluto ribadire ai vertici della Cattolica il pieno impegno della Regione Molise nel valorizzare il Centro di ricerca e nel garantire una sanità migliore. “La Cattolica è parte integrante del sistema sanitario regionale − ha affermato il vicepresidente −, un vanto che ci rappresenta al massimo livello anche su scala internazionale. Sono i numeri dell’ampio credito di cui questa struttura gode verso i cittadini molisani e non a dimostrare la qualità del Centro di ricerca. Si sente discutere molto spesso − ha proseguito Pietracupa − di sanità che non va, noi, invece, riteniamo opportuno mettere in luce anche le cose che funzionano bene".
Il vice presidente della Giunta ha sottolineato, poi, l’impegno del governo regionale a difesa dei servizi sanitari locali: “Non possiamo rinunciare a quelli che sono i diritti fondamentali della nostra gente, tra questi c’è anche quello ad essere curati e assistiti adeguatamente. Non possiamo assolutamente dimenticarci − ha aggiunto −delle specificità della nostra Regione (molte aree montane distanti tra loro e alto tasso di popolazione anziana) e anche del tipo di assistenza che riusciamo a offrire e ricevere. Penso che dobbiamo avere il coraggio di evidenziare le nostre peculiarità – ha proseguito − e poi, se ci sono sprechi, bisognerà ritoccarli nei limiti di una sanità comunque all’altezza della situazione”.
Il direttore della Cattolica, Savino Cannone, ha evidenziato, dal canto suo, la “necessità di integrare i servizi offerti dalla Cattolica con le altre strutture pubbliche e private presenti sul territorio. D’altronde − ha concluso− la Cattolica è una struttura in grado di poter offrire sul territorio prestazioni di eccellenza in campo sanitario e per questo motivo va ulteriormente valorizzata”.