Con la moratoria sui crediti alle imprese il governo aggredisce la crisi dal basso

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Con la moratoria sui crediti alle imprese il governo aggredisce la crisi dal basso

04 Agosto 2009

Dopo mesi di trattative, accordo firmato fra imprese, Tesoro e banche per la moratoria sui crediti. Si tratta di un importante misura per il sostegno delle piccole e medie imprese italiane, che prevede la possibilità di ritardare il pagamento delle rate di mutui o leasing per alimentare la liquidità delle società. Positivo il commento del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: "E’ un passo fondamentale, ma adesso è molto importante che venga concretizzato".

Nella sede milanese dell’Associazione bancaria italiana (Abi) il presidente Corrado Faissola ha accolto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e i rappresentanti delle confederazioni imprenditoriali (Confindustria, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti, Lega Cooperative e Confapi). Poche ore di colloquio e la firma è arrivata. Nella nota rilasciata a margine della conferenza stampa si può leggere che da oggi fino al 30 giugno 2010 è prevista la "sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio". Questo avverrà – continua la nota – con la "sospensione per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo, del pagamento della quota capitale implicita nei cambi di leasing immobiliare e mobiliare e l’allungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve termine per sostenere le esigenze di cassa con riferimento alle operazioni di anticipazione su crediti certi ed esigibili". Misure queste che sono state definite dal ministro Tremonti "una boccata d’ossigeno per le imprese", mentre Faissola ha spiegato che "il sistema Italia ha dato una risposta unica al mondo al problema della crisi, in 20 giorni ha trovato una coesione altissima per dare una risposta in tempi rapidi".

E infatti, sebbene le Pmi siano sulle barricate da oltre 12 mesi, non vi era ancora stata occasione per le istituzioni di trovarsi realmente intorno a un tavolo per discutere della crisi economica. Il calo della domanda aggregata e del credito disponibile per le imprese hanno obbligato il governo a convocare d’urgenza quelli che sono stati anche definiti gli Stati Generali della Pmi. Non per nulla il presidente degli industriali, Marcegaglia, ha risposto in modo positivo alla manovra congiunta banche/governo. "È importante – ha spiegato la Marcegaglia – che quando un imprenditore a settembre andrà presso gli sportelli bancari, questa moratoria ci sia veramente e concretamente". Confindustria e le altre sigle organizzeranno inoltre un "monitoraggio che faremo tutti insieme", continua Marcegaglia. In ogni caso il numero uno di Confindustria ricorda che liquidità e credito rimangono "priorità assolute in un momento di congiuntura difficile e di cali del fatturato dal 30% al 50% , in cui per le aziende è difficile incassare i crediti".

Ma come deve fare un’impresa interessata a richiedere la sospensione delle rate di mutuo o leasing? Deve rispettare quattro parametri, stabiliti ieri dall’Abi. Il primo requisito è strutturale, ovvero l’impresa non deve superare i 250 dipendenti e i 50 milioni di euro di fatturato (oppure i 43 milioni di attivo di bilancio). Deve essere, quindi, una Pmi secondo la normativa europea. Il secondo parametro è quello della salute aziendale, ovvero l’impresa deve avere "adeguate prospettive economiche" e l’imprenditore deve poter provare la continuità aziendale. Terzo punto è quello di una buona storia creditizia con la banca fiduciaria alla data del 30 settembre 2008. L’imprenditore non deve quindi avere "esposizioni classificate come sofferenze, partite incagliate, ristrutturate, scadute e/o sconfinanti deteriorate, scadute e/o sconfinanti non deteriorate". Inoltre, al momento della presentazione della domanda di sospensione dei crediti, non si devono avere procedure esecutive in atto, pena il non recepimento della richiesta. L’ultima condizione sine qua non della misura pro imprese è quella di "avere rate in scadenza o già scadute da non più di 180 giorni" al momento della domanda. Se si soddisfano tutti questi requisiti e la banca fa parte dell’accordo siglato ieri, entro 30 giorni lavorativi si dovrebbe ricevere una risposta. In questo caso se l’impresa è in salute e non ha ritardato pagamenti, la banca accetta la moratoria, a meno che non vi siano casi particolari di un motivato rifiuto. Se invece esistono situazioni di sofferenza ed esposizione creditizia non superiore a 180 giorni sarà compito della banca valutare se l’impresa può garantire la continuità aziendale o meno.

L’accordo fra Tesoro, Abi e imprese cerca di rilanciare l’economia italiana partendo dal basso, da un mondo imprenditoriale che negli ultimi mesi si è lamentato sempre di più e ha cercato di riprendersi nonostante la peggior congiuntura degli ultimi 30 anni. Uno degli esempi di questo sentore è stata la nascita del movimento spontaneo del Nord Ovest, Imprese-che-resistono, creato dal piemontese Luca Peotta e finito sul Wall Street Journal. Se il meccanismo dell’accordo sarà virtuoso, numerose imprese potranno godere di rinnovata salute. Se così non sarà, tuttavia, una volta finita la crisi l’Italia si ritroverà con svariate Pmi in meno, soffocate da debiti sempre maggiori e da una liquidità ormai perduta, spesso non per colpa loro.