Con la riforma dei consorzi si guarda al futuro puntando sui servizi alle imprese

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Con la riforma dei consorzi si guarda al futuro puntando sui servizi alle imprese

06 Luglio 2011

di V. S.

Riformare. E farlo in tempi brevi. Snellendo le procedure, migliorando i servizi, mandando definitivamente in soffitta “i carrozzoni” del passato. E’ la sfida messa in campo dalla maggioranza al governo regionale, che ha appena aggiunto un tassello importante al suo mosaico. La Commissione Attività Produttive della Regione Abruzzo ha infatti dato il via alla riforma dei Consorzi industriali. Una riforma difficile ma necessaria e urgente. E così la Commissione ha approvato a maggioranza un maxi-emendamento proprio per snellire le procedure di attuazione della riforma. Una richiesta che era stata avanzata anche dalle parti sociali. Saranno poi affidate ad un successivo regolamento le modalità di applicazione delle norme previste per la riorganizzazione del settore.

“Continua l’azione riformatrice della maggioranza di governo secondo il programma presentato agli elettori – è stato il commento del presidente della Commissione Attività Produttive, Nicola Argirò -. Il riordino delle funzioni dei consorzi, così come quello delle Agenzie regionali, rappresenta una fase necessaria per conseguire il miglioramento dei servizi e l’ottimizzazione delle risorse, in linea con il principio di voler coniugare la stabilità dei conti pubblici con le politiche di sviluppo”.

E in che modo? Cambiando prospettiva e puntando sui servizi. E’ questo infatti il punto più importante della riforma: garantire servizi alle imprese. Superando la visione, ormai anacronistica, della gestione delle aree industriali come attività essenziale dei consorzi.

Oggi, invece, ciò di cui hanno bisogno le imprese sono soprattutto servizi, ed è su questa capacità che bisogna puntare. Appunto, ottimizzando e razionalizzando. E perciò, offrendo servizi essenziali, quali ad esempio, i servizi per la sostenibilità ambientale e altri servizi innovativi.

Una scelta coraggiosa, perché destinata scardinare assetti consolidati – e per questo immobili – superando quella frammentazione in cui si sono annidate inefficienze e sprechi. Con la conseguenza di appesantire negli anni l’intero sistema regionale in termini di scarsa attrattività del territorio, costi, impossibilità di reinvestimenti produttivi, appesantimenti burocratici per le imprese, appesantimento del bilancio regionale e conseguente incapacità di programmazione. Proprio le imprese, invece, hanno dimostrato di poter dare la sferzata che serve ad una regione che stenta a ripartire. Solo qualche giorno fa i dati relativi all’export hanno rivelato un quadro incoraggiante, soprattutto per le grandi imprese. Che quindi meritano di essere sostenute.

Positivo il commento della Cna regionale che promuove l’attenzione verso l’erogazione di servizi di qualità alle imprese, secondo una visione moderna ed efficiente. “L’imperativo – esorta la Cna – è adesso quello di approvare in fretta la riforma nei suoi diversi passaggi istituzionali: perché se è comprensibile la volontà di coinvolgere tutte le espressioni di maggioranza e opposizione nella discussione, non vorremmo che il senso della riforma venga vanificato da ragioni pretestuose, finendo nella palude dei giochi contrapposti. A tutto danno delle imprese, che attendono la riforma da anni”.