Con la vignetta anti-Nirenstein, Moni, Gad e Vauro fanno Bingo!

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Con la vignetta anti-Nirenstein, Moni, Gad e Vauro fanno Bingo!

05 Febbraio 2012

Hanno ragione Moni Ovadia e Gad Lerner: l’accusa di antisemitismo non deve essere banalizzata, non può essere sparsa a manciate per il solo gusto polemico, altrimenti il termine perde di senso e profondità.

Ma certo non può essere la scricchiolante tribuna morale della sinistra sui cui i due sono costantemente impancati a poter decidere quando e a chi quell’accusa si attagli. Se Vauro e la sua vignetta contro Fiamma Nirenstein non rientrano sotto la categoria dell’antisemitismo è per  il semplice fatto che Vauro è uno di loro, uno che sta dalla parte giusta, è un “mirabile disegnatore” come dice Ovadia e la sua vignetta è solo “giustamente feroce” e non certo anitsemita: certificato e garantito dagli ebrei “buoni” e di sinistra.

Per questo ritrarre Fiamma Nirenstein come un Frankestein dal naso adunco, con cuciti adosso gli stemmi della stella di David (come nei campi di concentramento) assieme al fascio littorio e al simbolo elettorale del Pdl, non equivale a dire “sporca ebrea”, come aveva suggerito Peppino Caldarola beccandosi una provvisionale da 25.000 euro. No, è una mirabile e giustificata accusa alla Nirenstein, la cui colpa è quella di “fare dell’ebraismo o delle simpatie filosemite un’ideologia politica che mira ad accreditare le destre berlusconiane e post-fasciste come i veri amici degli ebrei”. Non solo, Fiamma non sarebbe affatto un’amica di Israele, ma solo del governo “pararazzista” di Nethanyahu. Agli occhi di Vauro, Gad, e Moni quella vignetta deve essere parsa fin troppo gentile. Tanto che , ci racconta Gad: “Vauro è costernato” e si lamenta del fatto che dargli dell’antisemita “è l’accusa più schifosa che si possa fare a uno come me”.  Povero Vauro! Invece a una come Fiamma basta appena.

E una come Fiamma io la conosco dagli inizi degli anni 80, e già da anni si batteva come un leone per Israele e contro l’antisemitismo, quando Berlusconi era ancora alle prese con il Mudialito, Moni Ovadia era un illustre sconosciuto e Gad passava da Lotta Continua, al Manifesto e all’Espresso, dove deve essersi forgiato il suo strano e declamato amore per Israele. In quegli anni il “pararazzista” Nethanyahu era solo l’ambasciatore di Israele all’Onu.

Fiamma era per Israele quando l’ho conosciuta, lo era con tutto il cuore e con tutte le sue energie e lo è stata sempre attraverso i 10 governi israeliani che si sono avvicendati nei quasi trent’anni successivi, che fossero del Likud, del Labour o di Kadima. Fiamma era ed è stata con Israele come giornalista, come corrispondente, come scrittrice, come direttore dell’Istituto di Cultura italiano a Tel Aviv, come opinionista, poi solo negli ultimi anni come parlamentare, vice-presidente della Commssione Esteri della Camera: scelta di cui, se si fosse muniti di un minimo di onestà intellettuale, bisognerebbe dare atto a Berlusconi non ritorcela contro Fiamma. Perchè tutti ricordano la nomina a commissario europeo di Emma Bonino (i radicali si presentarono con Forza Italia nel ’94) come uno dei momenti più illuminati di Berlusconi, mentre l’aver scelto Fiamma Nirenstein come perno della politica estera del partito di governo ricade su di lei come un’infamia?

La verità è che i Lerner, gli Ovadia e i molti come loro odiano Berlusconi molto più di quanto non amino israele e hanno fondato le loro carriere e il loro caratteri pubblici molto più sull’antiberlusconismo che sulla lotta all’antisemitismo. Il loro è un ebraismo tiepido e imbarazzato che cede volentieri il passo ai più alti dettami della correttezza politica de sinistra. Come si può essere con Israele, se questa dichiara l’Italia di Berlusconi il suo miglior alleato in Europa? E allora al diavolo Israele giù botte a Berlusconi e a chi lo sostiene. Se poi è una giornalista ebrea allora eccola come un Frankestein col naso adunco e un po’ fascista.

Vauro, Ovadia, Lerner, accusano Fiamma di usare l’ebraismo a fini politici di parte e non si accorgono di fare molto peggio e da sempre: sacrificano l’ebraismo, mettono il condizionale all’amore e alla difesa di israele, usano metodi antisemiti in nome di un misero e salottiero antiberlusconismo di maniera, persino in tempi post-berlusconiani. Lo spettacolo che hanno offerto nei loro articoli e nei loro interventi è miserando: si danno di gomito, ammiccano tra di loro, Vauro si lamenta con Lerner, Gad lo consola, Moni si dice “grato per la folgorante sintesi” di Vauro, i tre insieme cincischiano con Caldarola e sono convinti che se Vauro rinunciasse ai 25.000 euro tutto sarebbe felicemente risolto. Lo dice Lerner senza vergogna: "Se poi quest’ultimo, il Vauro, si accontentasse della sentenza che ne riconferma l’onorabilità indiscussa, e rinunciasse ai soldi di Caldarola, avremmo fatto bingo". Capito? Loro avrebbero fatto bingo, avrebbero vinto alla lotteria, tutti insieme: tre palle un soldo contro una donna, ebrea, giornalista.

Dalla festosa ricomposizione resta infatti fuori Fiamma, vittima di una violenta character assassination il cui autore è stato premiato da un tribunale italiano, esposta all’odio di chiunque possa sentirsi incoraggiato da una vignetta “giustamente feroce”, vittima dell’ormai accertata conclusione che essere antisemiti nei confronti di un ebreo berlusconiano o di destra è infondo accettabile. Specie se lo dicono Moni, Gad e Vauro…e fanno Bingo.