«Con l’articolo 119 il Governo fa lo sgambetto al Mezzogiorno»
06 Settembre 2016
Nuova puntata del nostro giro di interviste con gli amministratori locali schierati per il No al referendum costituzionale. Oggi parliamo con Daniela Nugnes, responsabile regionale Idea in Campania.
Lei è stata assessore e consigliere regionale in una grande regione del Sud, la Campania. La riforma costituzionale favorisce il Mezzogiorno?
«Se c’è una cosa che trovo davvero grave nella riforma Renzi è la modifica dell’articolo 119 della Costituzione, un tema di cui si parla molto poco. Conosco i problemi degli amministratori locali e non credo proprio che potrebbero sopportare ulteriori tagli dei trasferimenti statali, perché nel Mezzogiorno si andrebbe a incidere negativamente sulla standardizzazione dei servizi, in materie determinanti come sanità, trasporti e istruzione. Anche per questa ragione ho aderito ai comitati civici del ‘No che serve’, il Sud ha bisogno di risollevarsi per essere concorrenziale in Europa».
I cittadini sono stati informati adeguatamente sugli aspetti tecnici della riforma?
«Va dato atto a chi studia la Costituzione di aver aiutato l’opinione pubblica a comprendere quali saranno i danni provocati dalla riforma. I cittadini però hanno capito anche un’altra cosa: dopo la vittoria alle Europee, Renzi ha perso il senso della misura. Il presidente del consiglio forse pensava di cavarsela con misure demagogiche come gli 80 euro, ma la sconfitta del Pd alle amministrative e il modo autoritario con cui ha condotto la campagna referendaria mostrano che sta vivendo un momento di estrema debolezza politica».
C’è da fidarsi dei sondaggi che danno in costante vantaggio il No?
«Il No può vincere ma, al di là di quello che sarà il risultato finale del referendum, mi sembra che in giro si respiri una grande delusione verso il premier. La personalizzazione della campagna referendaria non è piaciuta, c’è risentimento verso Palazzo Chigi. Sono convinta che Renzi andrà presto a casa, ma mi preoccupa il dopo, gli effetti degenerativi prodotti dalla spaccatura verticale che il governo ha aperto con i territori».