Con lo stop all’assistenzialismo anche la cultura dovrà fare rima con merito
10 Ottobre 2012
“Dateci idee”. Questo l’appello accorato per mobilitare l’opinione pubblica a prestare attenzione ai problemi che attanagliano l’industria culturale regionale e stimolare la messa a punto di nuove idee, di stimoli costruttivi anche per sostenere la candidatura del capoluogo abruzzese a capitale europea della cultura per l’anno 2019. Le buone idee – è innegabile – sono il vero motore del mondo, della storia. Ed in questo caso rappresentano l’energia vitale per la realizzazione del progetto di rilancio della cultura in Abruzzo, affinché anche l’Aquila, sulla scia della cultura, ritorni a volare in alto verso orizzonti d’arte e di spettacolo.
Argomento clou quello “culturale”, per via dei pesanti tagli operati dal governo, che oggi torna più che mai attuale visto il recente rilancio della candidatura del capoluogo abruzzese, L’Aquila, a stella polare della costellazione culturale europea, soprattutto dopo l’inaugurazione dell’Auditorium di Renzo Piano, struttura architettonica battezzata da due padrini d’eccezione, il Presidente Giorgio Napolitano ed il brillante Roberto Benigni. Simbolo della rinascita materiale e spirituale dell’Aquila e fulcro di arte, cultura e spettacolo, è esempio paradigmatico della dirompente e costruttiva forza delle idee quando sono brillanti ed originali. In questo periodo di transizione in cui le menti sono frastornate da nevrosi e problemi dettati dalla continua ansia di farsi i conti in tasca, l’idea è diventata una risorsa preziosa e decisamente scarsa. La mente non la si può governare né allenare ad essere creativa al semplice schioccare delle dita e l’idea nasce da meccanismi inconsci, quasi misteriosi. Quando siamo presi da ben altro, non abbiamo tempo di andare “a caccia d’idee”. Occuparsi di cultura, adesso, significa proprio questo, captare intuizioni vincenti per trasformarle in “azioni-ancore” per la cultura, evitando che sia costretta a chiudere i battenti, recisa da ulteriori sforbiciate. Occorrono risposte ed intuizioni.
Ecco la prima, risposta ed intuizione insieme. Un mutamento di strategia nel settore culturale per dire basta all’assistenzialismo ed introdurre un nuovo criterio di selezione per progetti ed iniziative da finanziare: il merito. Una politica selettiva che premi progetti culturali realmente meritevoli di vedere la luce perché rappresentano un reale valore aggiunto per il territorio, questa la replica del Governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi agli appelli di enti ed associazioni culturali. La Regione è la prima ad ingegnarsi nella ricerca di soluzioni possibili per ovviare al problema dei tagli. A provarlo è l’annuncio dato nei giorni scorsi dall’Assessore alla Cultura De Fanis dei due milioni di euro da destinare al finanziamento dell’industria culturale abruzzese.
“Il sistema culturale ad oggi – chiarisce il Presidente Chiodi – è stato un sistema assistito e non necessariamente di qualità. Con i finanziamenti a pioggia concessi senza guardare al merito ed alla progettualità, spesso i politici hanno badato a consolidare il proprio consenso, piuttosto che a far crescere il settore. Da oggi in poi è preannunciata una vera e propria inversione di tendenza, “Non si finanzierà più la gestione dell’azienda cultura ma i progetti e la formazione, quegli aspetti che funzionano economicamente da indicatori della crescita, intesa come capacità d’interagire con il territorio. Non distribuiremo più fondi a pioggia- continua il Presidente- ma valuteremo progetti e capacità. Le associazioni culturali devono essere in grado di lasciare una traccia sul territorio, in termini di attività, di promozione, di presenza e di crescita. Devono fungere insomma, da veri catalizzatori di crescita dell’economia”.
Gli enti culturali e di spettacolo dovranno insomma dar prova lampante di essere officine d’arte, vivaci ed operose, su cui valga la pena d’investire, aderendo fedelmente alla teoria per cui sviluppo culturale è sinonimo di rilancio economico.