Cona, gli immigati e l’illusione dei “ricollocamenti” in Italia

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Cona, gli immigati e l’illusione dei “ricollocamenti” in Italia

04 Gennaio 2017

E’ trascorsa tranquilla la notte nel Centro di accoglienza di Cona, nel veronese, dopo le proteste dei migranti legate alla situazione di sovraffollamento della struttura e alla morte di una giovane ivoriana, deceduta per una trombosi polmonare. Questa mattina il trasferimento deciso dal Viminale di 100 ospiti in strutture di accoglienza dell’Emilia Romagna. Un trasferimento teso ad alleggerire la presenza dei migranti nella struttura, attualmente oltre 1.300, deciso dal ministro dell’Interno Marco Minniti.

“Non si verificheranno più rivolte, come è accaduto a Cona, se i Comuni aderiranno all’accordo che l’Anci ha firmato con il Viminale. È inconcepibile che in un paese di tremila abitanti siano sistemati tutti assieme 1.400 migranti, di etnie diverse, abitudini diverse. Questa non è accoglienza, è evidente che vanno in crisi i servizi, di trasporto, sociali, sanitari”. Così in un’intervista al Corriere della Sera il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che è anche presidente dell’Anci, sottolineando di credere molto nell’accordo Sprar (Sistema protezione per richiedenti asilo e rifugiati), e dicendosi convinto che pian piano la maggior parte del Comuni dirà di sì.

“Ogni Comune – spiega -, su base volontaria, se aderisce, non potrà essere obbligato ad accogliere un numero superiore a 2,5 rifugiati per mille abitanti. A Cona ce ne sarebbero stati solo 8, per esempio”. “Io credo invece che, con adeguate campagne di sensibilizzazione che stiamo già predisponendo, tutti capiranno di poter fare la propria parte senza creare problemi alla popolazione, riducendo l’impatto sul territorio e realizzando una vera integrazione – aggiunge Decaro -. Niente più cooperative sociali, come a  Cona, staccate dal contesto. Ma ci vorranno almeno due anni”. 

Che si cominci a tenere sotto controllo il sistema cooperativo nel contesto della gestione dei flussi migratori è una buona notizia, ma per De Caro, a quanto pare, il problema è suddividere i migranti per Comuni, non quello di espellere i facinorosi che hanno tenuto in ostaggio 25 persone a Cona. Come pure bisognerebbe prestare attenzione ai richiedenti asilo e distinguere chi è profugo da chi non lo è. Più duro il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace, “quanto accaduto nel veneziano fa commuovere solo per la morte di una ragazza ivoriana, che non scappava certo da una guerra, visto che non se ne ha traccia in quello che è stato il suo paese. Ma è inaccettabile sapere di una rivolta esplosa nella notte, con tanto di sequestro come ostaggi di venticinque operatori addetti alla gestione del centro, liberati solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine”.

“A Cona non è neppure la prima volta che esplode una rivolta, anche se non nelle dimensioni dell’altra notte: che si aspetta, ministro Minniti, a buttare fuori dal nostro Paese i violenti ospiti del Cie locale? Il clima buonista che permea le politiche dell’Italia nei confronti dell’immigrazione deve finalmente cessare, anche perché è sempre più crescente l’indignazione della pubblica opinione”, dice Storace. “A Cona hanno sfasciato, bruciato, distrutto oggetti e sequestrato persone. Che altro deve succedere? C’e’ bisogno di una svolta autentica e non quella farfugliata nelle ultime ore dai nostri governanti”, conclude.