Confederations. L’Italia perde 3-0 col Brasile e torna a casa umiliata
21 Giugno 2009
di redazione
Più che la sfida dei sogni, quella degli incubi: l’Italia campione del mondo subisce contro il Brasile la sconfitta più netta della gestione di Marcello Lippi, finisce giustamente eliminata (sebbene per un gol in più segnato dagli Usa) dalla Confederations Cup e soprattutto si ritrova ad un anno dal mondiale in piena crisi di identità. "La partita", come Pelè chiama ogni incontro tra azzurri e Selecao, nel fresco giugno di Pretoria semplicemente non c’è, anche al di la del 3-0 finale firmato da una doppietta di Luis Fabiano ed autogol di Dossena.
Il tutto si determina nei 7 minuti finali del primo tempo, ma la vampata è solo la logica sintesi della serata. Troppo più forti tecnicamente i sudamericani, e però anche più bravi tatticamente con quel modulo a geometria variabile in cui tutti partecipano con eguale sapienza alla costruzione dell’azione. E, per finire, in condizione siderale rispetto agli italiani: dal sorprendente Lucio (bravissimo nelle avanzate) a Robinho, i brasiliani arrivano sempre, o quasi, primi sul pallone. Facendo fare agli avversari se non la figura delle mummie, quella dei giocatori ‘moviolati’. Effetto non bello a vedersi, anche perché alla mancanza di forma (le giustificazioni sono sempre quelle: fine stagione, continente diverso… ma valgono a maggior ragione per i brasiliani) gli italiani aggiungono quella di anima.
Quasi imbambolati, nella loro mancanza di ispirazione, e senza distinzioni tra ‘vecchietti’, come li chiama Lippi, e giovani: tanto è vero che il meno peggiore risulta alla fine Camoranesi, uno che fino a ieri era in odore di ‘taglio’. Ulteriori suggestioni alla sfida dei sogni in avvio erano arrivate dalla 126esima maglia azzurra di Fabio Cannavaro, ovvero record di presenze di Paolo Maldini eguagliato.
Quanto agli schieramenti, confermavano le indicazioni della vigilia. L’Italia nel suo 4-4-2 con Iaquinta e il ripescato Toni in avanti. Il Brasile con il 4-2-3-1 con Luis Fabiano terminale offensivo. Proprio il centravanti del Siviglia diventava nei primi 45′ il simbolo di una disfatta storica per gli azzurri. Perchè dopo il fuoco di paglia di un pallone interessante messo al centro da Camoranesi (salvataggio di Lucio), la Selecao dava lezione di tecnica e Luis Fabiano irrideva la difesa italiana in continuazione: da quando al 6′ su ‘buco’ di Cannavaro offriva una palla splendida a Ramires che di destro spizzava la traversa, a quando al 13′ seminava il panico in area azzurra.
Per finire, dopo episodico tiro di Camoranesi alto di poco, con un colpo di testa fuori di poco al 31′. Aveva quasi messo a punto il ko, il Brasile: ancora un paio di colpi grazie al capitano Lucio (prima in percussione seguita da cross deviato da De Rossi sulla traversa, poi con una botta ravvicinata parata). Ma la trilogia del gol brasileiro si dipanava in sette minuti: al 38′, su tiro sbagliato di Maicon, Luis Fabiano agganciava e infilava in rete sulla destra. Al 43′ Robinho volava sulla sinistra, metteva in mezzo e approfittando di un intervento a vuoto di De Rossi, Luis Fabiano raddoppiava. Ed infine su nuova fuga di Robinho sulla sinistra, seguita da cross, Dossena nel tentativo di anticipare Luis Fabiano beffava Buffon. Nella ripresa Pepe rilevava subito Montolivo (seconda sostituzione azzurra perchè dopo il primo gol avversario Lippi aveva già sostituito Iaquinta con Giuseppe Rossi).
Il samba brasiliano rallentava di ritmo ma non di qualità delle mosse, Lippi provava a richiamare il fantasma di Toni inserendo Gilardino. Qualche guizzo azzurro (assist di Camoranesi sprecato da Pepe, e doppia parata di Julio Cesar su Rossi e Gilardino) interrompeva il torello brasiliano a centrocampo. Ma i brividi veri li dava ancora Kakà con un destro fuori di poco al 23′. Eppure ci sarebbe stato per gli azzurri il margine per salvare se non la faccia, almeno la qualificazione, perchè gli statunitensi riportano sulla terra l’Egitto a forza di reti: Pepe però sprecava da distanza ravvicinata dopo che Gilardino aveva evitato Julio Cesar in uscita ed aveva crossato al centro. Così la gara si chiudeva ancora sulle accelerazioni dei brasiliani, mentre gli azzurri assistevano impotenti allo show: che dal campo si trasmetteva alle tribune dove la torcida trovava fratellanza nei sudafricani per un carnevale inedito.