Confindustria boccia capitalismo di stato, Italia non può permetterselo
26 Dicembre 2013
di redazione
Il Centro Studi di Confindustria fa sapere che il capitalismo pubblico, per l’Italia, è un peso insostenibile. Costa 23 miliardi allo stato, quasi l’1,4 per cento del Pil. Il sistema delle partecipazioni pubbliche, 39.997 in 7.712 organismi, secondo gli esperti della associazione degli industriali, "aggira i vincoli di finanza pubblica e in particolare il patto di stabilità interno" e viene usato come un mezzo per "mantenere il consenso politico attraverso l’elargizione di posti di lavoro". Da qui la richiesta di "dismettere gli enti o comunque azzerare i costi per le pubbliche amministrazioni" degli organismi che non fanno il bene comune. "Il modo e l’intensità con cui il fenomeno si è sviluppato confermano l’anomalia". Secondo le stime del Csc, significherebbe risparmiare miliardi di euro, considerando anche il fatto che parte di queste strutture, circa il 7 per cento, è in perdita, "con un onere a carico del bilancio pubblico che e’ stato pari a circa 1,8 miliardi".