Congo. Onu: sei civili uccisi dai ribelli ugandesi nel nord-est
23 Ottobre 2008
di redazione
I ribelli ugandesi dell’Esercito di resistenza del Signore (Lra) hanno ucciso sei civili in un attacco lanciato domenica scorsa contro il villaggio di Bangadi, nel nord-est della Repubblica democratica del Congo. Stando a quanto riferito oggi dalla missione Onu presente nel Paese (Monuc), i miliziani hanno saccheggiato abitazioni ed edifici comuni prima di darli alle fiamme. Solo la resistenza opposta dagli abitanti del villaggio, ha sottolineato l’Onu in un comunicato, ha impedito il sequestro di minori.
I ribelli ugandesi sono noti per l’arruolamento forzato di bambini. Secondo l’Unicef, sono 25.000 i minori sequestrati durante gli oltre 20 anni di conflitto nel nord dell’Uganda. I miliziani hanno abbandonato le loro basi in Uganda nel 2005, per trasferirsi prima nel Sud Sudan quindi in Congo. All’inizio del mese, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha riferito di 5.000 persone in fuga dopo gli attacchi lanciati a metà settembre in 16 villaggi, in cui sono rimaste uccise almeno 52 persone e 159 bambini e 10 adulti sono stati rapiti.
"Mi hanno colpito ripetutamente alle spalle con un bastone di legno – ha raccontato alla Bbc il capo di un villaggio preso di mira dai ribelli, Raphael Kumbowando – quando sono caduto mi usciva sangue dalle orecchie, dal naso e dagli occhi. Hanno continuato a colpirmi fino a quando non sono svenuto. Quando poi hanno pensato che fossi morto, mi hanno trascinato in un buco e mi hanno ricoperto di foglie". Kumbowando è poi riuscito a fuggire e a raggiungere la città di Dungu. Alcune persone hanno
percorso anche 80 chilometri a piedi per cercare un rifugio a Dungu, dove la gente del posto offre il proprio aiuto. "Siamo venuti qui perchè l’Lra ha saccheggiato e dato alle fiamme le nostre case – acconta Therese Zangabayi – hanno ucciso il nostro capo villaggio e hanno sequestrato i bambini a scuola. Uccidono con accette e machete e prima di andarsene bruciano tutte le case".
Jean-Beni Gaubamako, 15 anni, è riuscito a scappare dopo essere stato rapito dai ribelli. Ancora scioccato, ha raccontato a fatica alla Bbc la sua storia: "Sono venuti quando eravamo a scuola. Ci hanno circondato e ci hanno costretti a seguirli nella foresta lungo il fiume Dungu. Eravamo legati, ma io avevo un coltello in tasca. Ho tagliato i lacci e ho passato il coltello alla ragazza che era accanto a me. Anche lei ha tagliato i lacci e ha passato il coltello a un altro. Quindi abbiamo cominciato a correre". Arrivato a Dungu, Jean-Beni ha cominciato a cercare la sua famiglia, ma fino ad oggi le sue ricerche sono state vane.
Due giorni fa, il Direttore generale del ministero degli Interni ugandese, Stephen Kagoda, ha dichiarato davanti al Parlamento che i circa 30.000 bambini arruolati dall’Lra dall’inizio del conflitto sono stati venduti nella regione sudanese del Darfur, dal 2003 teatro di una guerra civile, dove vengono usati per combattere o come schiavi del sesso. Il governo di Kampala aveva avviato nel luglio del 2006 un negoziato di pace con i ribelli guidati da Joseph Kony per mettere fine a 22 anni di conflitto, ma le trattative si sono arenate lo scorso aprile di fronte al rifiuto di Kony di siglare l’accordo finale.
Kony e altri esponenti dell’Lra sono ricercati dalla Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi) per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. E proprio ieri, la Corte dell’Aia ha intimato al governo di Kinshasa di eseguire il mandato di arresto contro Kony, emesso nel 2005, entro il prossimo 17 novembre. Stando a quanto si legge in un comunicato, la Corte ha chiesto alle autorità congolesi di fornire "informazioni precise, preferibilmente non più tardi del 17 novembre 2008, sulle misure adottate per eseguire il mandato di arresto emesso nel 2005 contro quattro leader dell’Lra per i crimini di guerra e contro l’umanità commessi in territorio ugandese". Qualora Kinshasa non dovesse soddisfare tale richiesta, si precisa, la Corte "potrebbe riferire all’Assemblea generale delle Nazioni Unite".
Fonte: Apcom