“Conosci Faruk?” Il Pd e l’incapacità di comunicare
16 Gennaio 2012
“Ma chi diavolo è Faruk?”. Chissà quanti di voi se lo saranno chiesto nei giorni scorsi passeggiando per le vie di Roma e imbattendosi ad ogni angolo in un manifesto monocolore che inspiegabilmente e quasi fastidiosamente domandava ai passanti “Conosci Eva?” piuttosto che “Conosci Fabrizio?”. In fondo al tabellone nessuna dicitura, a parte quella di un gruppo Facebook, che anche ad andarlo a visitare per puro caso (e non certo stuzzicati dalla più pruriginosa curiosità) confonde ancor più chi vi si affacci visto che non si capisce effettivamente a chi appartengano quei nomi e cosa abbiano in comune.
Quindi sempre voi, di fronte a questo ‘enigma’ metropolitano, vi chiederete a che scopo e, soprattutto, chi abbia avuto l’idea tanto insensata di tappezzare la città di quei cartelloni. La risposta (che già circolava in via ufficiosa) sembra quasi ovvia, visti i precedenti: il Pd, per sostenere i tesseramenti per il 2012 al partito.
A Bersani & co. non sono bastati i flop dei mesi scorsi. Dopo la criticatissima campagna pubblicitaria “Cambia il Vento” per promuovere la Festa dell’Unità che aveva addirittura fatto alzare la voce alle Giovanne d’Arco del comitato “Se non ora quando” e la patetica “Per il bene dell’Italia, Berlusconi dimettiti” con cui il Pd annunciava la sua ‘ricetta’ per risollevare le sorti del Belpaese, il Partito Democratico ci ha riprovato un’altra volta. Ma stavolta l’ha fatta davvero grossa.
Non solo perché come al solito ha fatto cattivo uso del viral marketing, visto il fallimentare risultato ottenuto (300 iscritti), ma anche perché ha violato una delle regole fondamentali dell’etica della comunicazione, appiccicando – attenzione, attenzione – abusivamente i suoi manifesti. Ovvio quale sia stato l’esito della campagna: anziché adesioni, la bacheca del gruppo “Conosci i miei?” che dà il titolo alla ‘brillante’ iniziativa, ha registrato una valanga di insulti e proteste.
Insomma, ogni volta che il Pd si ingegna per promuovere le sue “iniziative” in maniera originale e stravagante, tentando di fare la voce fuori dal coro, finisce per ottenere l’effetto contrario rispetto a quello sperato. Se infatti l’intento dei creativi del partito doveva essere quello di evidenziare, attraverso la tecnica del “teaser”, la militanza di persone reali (i vari Faruk, Fabrizio, Luciano e Serena), il risultato che hanno ottenuto è stata solo una grande confusione. Se il partito di Bersani continuerà imperterrito ad adottare mirabolanti strategie di comunicazione e di marketing come queste, arriveremo a chiederci “Chi diavolo è Pierluigi”?