Considerazioni di un piccolo giornale sui contributi all’editoria
12 Luglio 2011
di redazione
La notizia è di ieri, il giorno del crollo delle borse nazionali. Quando si lanciavano, parametri economici reali e non virtuali alla mano, i primi allarmi che anche noi rischiamo di fare la fine della Grecia. E si riferisce ai dati di una inchiesta pubblicata sul numero corrente del mensile free press Pocket (ma a onor del vero resi pubblici anche sul sito del governo) che analizza come sono stati spartiti i circa 160 milioni di euro che nel 2009 (ultimo dato disponibile) giornali di partito e di cooperative hanno ricevuto come contributo diretto dal Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ve li riportiamo.
Nel 2009 il quotidiano Europa ha intascato dallo Stato oltre 3 milioni e mezzo di euro, vale a dire quasi 3 euro per ognuna delle copie vendute, che complessivamente sono state 1.284.425.
Il Secolo d’Italia (Fini e compagni, almeno fino a qualche mese fa) ha ricevuto un contributo di 3 milioni di euro: quasi 6 euro a copia per un venduto complessivo di 521.278 copie nel 2009.
L’Unità ha intascato 6.337.209 di euro, La Padania 3.896.339, Il Foglio 3.441.668, Liberazione 3.340.443, Cronache di Liberal 2.798.767.
E ancora: fra le testate edite da cooperative di giornalisti o da imprese la cui maggioranza del capitale è detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali figura Avvenire a cui sono stati erogati 5.871.082 di euro, ma c’è anche Italia Oggi che ha intascato 5.263.728 euro e Il Manifesto 3.745.345 euro.
Come se non bastasse, nel lunghissimo elenco (oltre 250 testate) dei giornali che ricevono il contributo di Stato figurano Il Romanista, Italia ornitologica, Lampade viventi nella Chiesa, Suono Stereo Hi Fi, Motocross, Il Mucchio Selvaggio, Il Granchio, Superpartes in the world e molto altro. Per non parlare di Radio e Tv, dove saltano all’occhio i finanziamenti ottenuti da Red Tv, 3.494.140 euro, Radio città futura o Radio Radicale, per citare solo quelle più politically oriented.
Come vengono erogati questi contributi? Fino ad oggi l’entità della regalia pubblica non era determinata dal numero di copie vendute in edicola o tramite abbonamenti, ma sommariamente dal numero delle copie tirate. Fregandosene di qualsiasi regola del mercato e di qualsiasi rapporto tra domanda ed offerta di un bene, fino all’anno scorso bastava tirare il numero maggiore possibile di copie per ottenere un finanziamento maggiore possibile di denaro pubblico.
Ma dal prossimo anno la storia dovrebbe cambiare. Si spera. E l’apporto del finanziamento dovrebbe commisurarsi al numero reale di copie vendute.
Nessuno come noi sa quanto difficile sia di questi tempi tirare avanti una attività editoriale. Anche per questo fin dall’inizio decidemmo di fare quel che oggi per molti editori americani è una realtà: rinunciare alla carta. Oggi – dopo 4 anni – abbiamo in media 1 milione e 900mila visitatori unici all’anno e nessun finanziamento pubblico. Di questo almeno un poco fateci andare fieri.