Consiglio europeo, “ricollocazioni” un fallimento. C’è anche Theresa May

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Consiglio europeo, “ricollocazioni” un fallimento. C’è anche Theresa May

20 Ottobre 2016

Del consiglio europeo sulla immigrazione resta questo dato: dei 160mila rifugiati che avrebbero dovuto essere “ricollocati” da Italia e Grecia negli altri Paesi Ue fino adesso ne sono partiti 6.200, 1.391 dall’Italia e 4.846 dalla Grecia. Da qui l’invito del Consiglio agli stati membri di “intensificare ulteriormente i loro sforzi per accelerare i ricollocamenti, in particolare per i minori non accompagnati, e gli schemi esistenti di reinsediamento”.

Ma i paesi dell’Europa dell’Est, attraverso ricorsi presentati da Ungheria e Slovacchia, appoggiati dalla Polonia, scrivono a margine della dichiarazione di essere contrari al meccanismo della ricollocazione. Vista l’aria, sarà piuttosto improbabile, come chiede la Ue, che si continui il lavoro sulla riforma del sistema comune di asilo europeo, “compreso su come applicare i principi di responsabilità e solidarietà nel futuro”.

Come al solito siamo alle belle parole e ai riconoscimenti formali all’Italia di essere uno dei Paesi che ha sulle spalle il peso della accoglienza: “Occorrono maggiori sforzi per ridurre il numero di migranti irregolari, in particolare dall’Africa, e migliorare i tassi di rimpatrio”, si legge nelle conclusioni, riconoscendo al nostro Paese “il considerevole contributo, anche di natura finanziaria, apportato negli ultimi anni dagli Stati membri in prima linea”.  

“L’Italia – ha detto Matteo Renzi – sta facendo la propria parte ma in termini di solidarietà da parte di troppi Paesi non ho visto altrettanto impegno”. E già. In compenso, parlando con gli eurodeputati del Sì del Pd, Renzi pare abbia riferito che Obama pensa che l’Europa rappresenti un problema peggiore della Siria. Dichiarazione non confermata da Palazzo Chigi ma su cui si rincorrono molte voci.

Al summit d Bruxelles c’era anche la premier britannica Theresa May. “Questo è il mio primo Consiglio europeo e sono qui con un messagio molto chiaro”, ha detto la May, “il Regno Unito sta lasciando l’Unione europea, ma continueremo a svolgere appieno il nostro ruolo finché non usciamo, e saremo un partner forte e affidabile dopo che ce ne saremo andati”.

“E’ nell’interesse sia del Regno Unito che dell’Unione europea continuare a lavorare a stretto contatto fra noi, a partire da questo summi”t. Per questo, May ha insistito soprattutto sulla situazione in Siria: “Dobbiamo mostrare una posizione europea forte e unita nei confronti dell’aggressione russa. Il Regno Unito ha messo le azioni della Russia in Siria sull’agenda di questo summit”.

“Dobbiamo continuare a lavorare assieme, ed è vitale che lo facciamo per mettere pressione sulla Russia per fermare le sue spaventose atrocità, le sue disgustose atrocità in Siria“. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha accolto con una battuta la premier britannica: “Alcuni media descrivono la prima riunione di May al Consiglio europeo come un ingresso nella fossa dei leoni, ma non è vero. E’ più come entrare in un nido di colombe – ha scherzato Tusk, noto per la sua posizione dura su Brexit – basta guardare me…”.

“Potete stare tranquilli, sarà assolutamente al sicuro in mezzo a noi, e spero davvero che si renda conto che l’Europa è la miglior compagna che possa avere al mondo”. Visti i risultati sulla immigrazione per il nostro Paese, tutta questa unità e fratellanza proprio non sembra esserci, a dire il vero.