Consiglio straordinario in Abruzzo, le ferie possono aspettare

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Consiglio straordinario in Abruzzo, le ferie possono aspettare

11 Agosto 2011

di V. F.

Le ferie possono aspettare, perché c’è da compiere scelte strategiche, per il futuro dell’Abruzzo. Prima lo aveva annunciato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, che aveva assicurato la propria disponibilità a lavorare tutto il mese di agosto. Poi la conferma è arrivata ieri dal presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, che ha convocato per il 15 agosto una seduta straordinaria ed urgente del Consiglio regionale per discutere del Piano nazionale per l Sud.

Certo, si tratta di una seduta straordinaria, così come stabilito dal regolamento del Consiglio regionale, che tratterà esclusivamente gli argomenti per i quali è stata richiesta la convocazione straordinaria.

E così ancora una volta si è risolto in un buco nell’acqua il tentativo dell’opposizione di centrosinistra di cavalcare l’onda di un assurda demagogia, sollevando una polemica intempestiva e strumentale, sulla presunta volontà della maggioranza di non affrontare con la dovuta urgenza una questione importante come il riparto dei fondi per le infrastrutture.

“Ho ritenuto opportuno convocare la seduta del Consiglio regionale il giorno di Ferragosto – ha spiegato il presidente Pagano – perché, per tradizione, è considerata una giornata simbolo delle vacanze italiane. L’obiettivo di questa iniziativa istituzionale è lanciare alla comunità abruzzese un messaggio: in un momento così difficile per l’economia nazionale anche i consiglieri regionale sono disposti a rinunciare alle ferie per discutere in Consiglio di argomenti strategici per il futuro dell’Abruzzo”. legata alle scelte dei Fondi Fas, dei fondi per il Mezzogiorno e dei fondi Cipe

Nel frattempo è arrivata, puntuale, anche il chiarimento del presidente Chiodi sulla vicenda legata alle scelte dei Fondi Fas, dei fondi per il Mezzogiorno e dei fondi Cipe. Vicenda sulla quale si era sollevato un polverone sollevato dalle opposizioni.

Tanto per cominciare: la notizia della bocciatura dei Fas “è dolosamente falsa – spiega Chiodi -. E’ vero invece, testimoniato pure da una mia recente lettera al Governo, che ho difeso a denti stretti una decisione concordata e voluta dalle parti sociali, e ulteriormente corroborata dal Patto per lo sviluppo di un mese fa. Noi abbiamo scientemente voluto il Fas così come deliberato, e vedranno gli abruzzesi che il Governo lo approverà così com’è, nella prossima riunione del Cipe”.

Sui Fas Chiodi ha chiarito "le ragioni di una scelta che è stata posta in alternativa e non in esclusiva all’opera strategica, ovvero la possibilità di concentrare tutte le risorse su una strada, per esempio. Con le parti sociali – lo ripeto – ovvero sindacati ed imprenditori, si è stabilito che per le esigenze del nostro sviluppo l’opera strategica è il sostegno alla competitività del sistema economico". Per Chiodi "era possibile scegliere un’ unica struttura visibile, come usava la vecchia concezione politica, ma noi abbiamo optato per l’alternativa, ovvero una visione strategica moderna, laddove si è ipotizzato, a fronte dei 10 anni di attesa per ottenere un ritorno di quell’opera, che alle nostre Pmi serviva un intervento immediato, nella direzione di un dimensionamento patrimoniale ed organizzativo compatibile con la velocità dei mercati".

Per il presidente Chiodi è stato "solo e appunto per le relazioni sapute intessere con il sistema delle regioni se l’Abruzzo ha ottenuto almeno due vantaggi: aver evitato, unica regione in Italia, la decurtazione del 5 per cento sull’ammontare dei Fas, ammontare già precedentemente decurtato per finanziare un fondo per gli ammortizzatori sociali, del quale anche ventimila famiglie abruzzesi hanno potuto fruire; aver ottenuto 160 milioni di euro per coprire un ammanco nel bilancio della sanità, dovuto ad una distrazione di fondi da altri causata, nella scellerata gestione del sistema sanitario. Una scelta – ha detto Chiodi – resa necessaria allo scopo di evitare che i cittadini abruzzesi, oltre alla beffa, subissero pure il danno dell’aumento delle tasse".

Le risorse utilizzate – come ha spiegato il Presidente – saranno presto "riconsegnate allo sviluppo non appena arriveranno i ricavi dalla vendita degli immobili, per un importo di 110 milioni di euro, ricavi già vincolati da una legge per finanziare lo sviluppo. Con una vendita vera però – ha polemizzato il Presidente – e non attraverso un’operazione allucinante come quella che si è perpetrata ai danni del bilancio regionale nel 2007 quando, a fronte di una perdita, si è registrata un’entrata mai avvenuta, con una volontà artificiosa di creare un disavanzo di bilancio".

In ordine, quindi, all’ulteriore polemica sollevata sulla "presunta non presenza" dell’Abruzzo nei fondi per il Mezzogiorno, Chiodi ha sottolineato che "l’Abruzzo non poteva uscirne fuori semplicemente perché non vi è mai entrato, in quanto regione non in obiettivo convergenza ma in quello competitività". Una lettura europea dei processi di sostegno ai paesi membri è la chiave per "comprendere che alla luce di parametri precisi l’Abruzzo è fuori dall’Obiettivo 1 da anni. Mi stupisce che i parlamentari non se ne siano accorti ma i nostri tassi di disoccupazione, benché non mi entusiasmino, non sono a due cifre, ed il nostro tasso di infrastrutturazione non è paragonabile a quello delle regioni del Sud. Io sono orgoglioso che la nostra regione non stia in quelle condizioni, i parlamentari di opposizioni, forse per esorcizzare la frustrazione di non governare più niente si illudono di conquistare con un comunicato al giorno una operatività virtuale". "Dopo di che – ha spiegato Chiodi – sarà finanziato anche il nostro piano per le Infrastrutture, siglato con il Governo, e che farà arrivare all’Abruzzo una prima parte, pari a 977 milioni di euro, dei 7 miliardi previsti. Se con obiettività si guarda all’insieme della pianificazione regionale ci si renderà facilmente conto che la strategia è in essa ben presente e salvaguardata".