Consip, in Senato per IDEA vittoria su tutta la linea
21 Giugno 2017
Per i senatori di IDEA, Augello e Quagliariello, quella in Senato sul caso Consip è stata una giornata da ricordare. Una vittoria politica che rappresenta un grande risultato. “Dopo cento giorni di strenua resistenza, il governo ha dovuto piegarsi alle opposizioni”, ha detto nella serata di ieri Gaetano Quagliariello, leader di IDEA e capogruppo di ‘Federazione della Libertà’. Il risultato politico è l’azzeramento dei vertici di Consip, la centrale per gli acquisti della pubblica amministrazione finita nella inchiesta su presunti appalti pilotati. Ma il risultato è anche nel fatto che, tecnicamente, la prima mozione approvata in Senato, nel suo dispositivo, è stata proprio quella di IDEA, a prima firma Augello, votata anche da senatori della maggioranza. “La nostra mozione ha costretto il governo a piegarsi e a ribaltare le sue posizioni, dopo aver per oltre cento giorni fatto di tutto e di più per salvare il management renziano posto ai vertici di Consip”, ha detto ancora Quagliariello.
La mozione di IDEA votata nel pomeriggio a Palazzo Madama è stata quella che ha aperto il dibattito sul caso Consip nei mesi scorsi, la prima ad essere calendarizzata, in attesa, lunghissima attesa, della discussione che si è tenuta ieri in parlamento. Serviva fare luce su uno dei buchi neri del renzismo, quello scambio di accuse reciproche tra l’ad di Consip, Luigi Marroni, che ha detto a suo tempo di essere stato informato dal ministro Lotti sulle indagini in corso su Consip, e il ministro Lotti, che ha smentito la cosa, parlando di diffamazione ma senza denunciare Marroni. Cento giorni fa, Augello e Quagliariello mettevano il dito nella piaga del caso Consip: perché l’ad Marroni è rimasto al suo posto, da allora e per tutto questo tempo, visto che governo e maggioranza alla fine e pur tra mille cautele e giravolte si sono schierati contro di lui e dalla parte di Lotti?
“Per quanto ci riguarda, noi non abbiamo mai pensato che il giudizio penale dovesse entrare in quest’aula”, ha detto oggi in Senato Gaetano Quagliariello. “Ma abbiamo respinto con altrettanta fermezza l’idea per la quale la non interferenza nel lavoro della magistratura potesse rappresentare un alibi per sottrarsi anche al giudizio sui comportamenti politico-istituzionali. E allora, se non tocca a noi stabilire chi fra Luca Lotti e Luigi Marroni dice la verità e chi mente, certamente tocca a noi affermare che il governo, nel momento in cui sceglie di schierarsi, non può schierarsi contemporaneamente a difesa dell’uno e dell’altro; dell’accusato e dell’accusatore; del sedicente calunniato e del presunto calunniatore”. Il Partito democratico, infatti, nei mesi scorsi ha fatto di tutto per evitare che la mozione di IDEA venisse calendarizzata, e che si arrivasse al voto di oggi, lasciando, intanto, ognuno al suo posto i diretti interessati, Marroni e Lotti, pur nella consapevolezza che la mina sarebbe stata proprio la mozione di IDEA.
In questi mesi abbiamo dunque assistito allo strano spettacolo per cui Marroni – l’ad al quale il ministro Padoan, il titolare del Tesoro che controlla Consip, ha rifiutato per due volte le dimissioni – veniva prima protetto da governo e maggioranza, per poi essere abbandonato, ma sempre con estrema accortezza e senza mai chiedergli direttamente e in modo trasparente le dimissioni, con un repentino cambio di rotta che ha coinciso con i soliti giochetti tipici dei renziani. Giochetti come aver ‘dimissionato’ nei giorni scorsi due dei membri del cda dell’azienda, dichiarando, governo e maggioranza, urbi et orbi, che che l’ad Marroni era decaduto quando invece questa affermazione non era fondata (Marroni resta in carica perlomeno fino al 27 giugno quando ci sarà l’assemblea di Consip).
Governo e Pd hanno usato qualsiasi strategia per evitare che si arrivasse al voto di oggi, dando per risolta la questione con la decadenza del Cda, e ancora nella mattinata di ieri al presidente del Senato Grasso veniva recapitata una lettera del ministro Padoan in cui si ripeteva che il Cda era fuori gioco, lettera che a quanto pare Grasso ha preso con le pinze visto che subito dopo ha dato via libera alla discussione e quindi al voto sulle mozioni. “Lasciare la giustizia ai tribunali”, ha detto ancora Quagliariello, “non significa non rilevare come il titolare del ministero che della Consip è socio unico (Padoan, ndr) abbia cambiato idea con la stessa disinvoltura con la quale si cambia il guardaroba con i primi caldi”. Ma il Pd non si è neppure fermato qui, chiedendo ostinatamente un rinvio del voto a dopo la riunione del 27 giugno del Cda di Consip, l’ennesimo tentativo andato male, fino a quando i Democratici hanno dovuto votare la propria mozione che sconfessa comunque il management di Consip, allineandosi a quanto già richiesto da mesi dai parlamentari di IDEA.
Alla fine, le mozioni rimaste in gioco sono state quella di IDEA e quella, fotocopia, del Pd, con il governo che ha dato parere positivo al dispositivo della mozione di IDEA. La mozione ha avuto un’ampia maggioranza, e più ampia avrebbe potuto essere se Mdp non avesse scelto di arroccarsi votando solo la propria, mostrando poco fiuto politico. Per il partito fondato da Quagliariello, ieri su Consip è stata vittoria su tutta la linea. “Per quel che ci riguarda,” ha detto il leader di IDEA, “rivendichiamo la linearità di una posizione istituzionalmente rigorosa ma che nulla ha mai concesso al giustizialismo. Rivendichiamo come una vittoria nostra, e dei colleghi che ci hanno affiancato in questa lunga battaglia, l’azzeramento di una dirigenza inadeguata a guidare la più importante stazione appaltante del Paese”.
E ancora, “Rivendichiamo come una vittoria il fatto che questo dibattito si sia svolto, e che si sia svolto con approccio civile e secondo una dinamica fisiologica tra Parlamento e governo, laddove il Parlamento ha evidenziato le incongruenze del governo e l’ha richiamato ai suoi compiti. Rivendichiamo inoltre di aver posto tutti i protagonisti della vicenda, a cominciare dall’amministratore delegato della Consip, nelle migliori condizioni anche formali per dire tutto ciò che sanno. Rivendichiamo, infine, di aver reso evidente agli occhi del Paese chi è che vuole la verità e chi è che invece fa di tutto per occultarla”. Una vittoria per IDEA, dunque, in attesa di capire cosa si diranno Marroni e il numero uno dell’anticorruzione Cantone nell’incontro che dovrebbe avvenire tra i due. C’è ancora qualcosa da sapere sul caso Consip? Marroni aggiungerà qualcosa a quanto ha già detto su Lotti? E Lotti? Sempre al suo posto?