Consip, perquisita la casa del giornalista Marco Lillo. Il Fatto: “E’ intimidazione”
05 Luglio 2017
“Da stamattina e fino al tardo pomeriggio militari della Guardia di Finanza e consulenti tecnici, su ordine della Procura di Napoli, hanno perquisito a Roma e in Calabria abitazioni e ufficio del vicedirettore del Fatto Quotidiano, Marco Lillo, nell’ambito di un’inchiesta su presunte rivelazioni del segreto investigativo nel caso Consip”. Lo scrive il Il Fatto, precisando che “sono stati sequestrati telefoni, tablet, pc, pen drive, cd e dvd appartenenti a Lillo e anche a persone a lui vicine, estranee alla sua attivita’ professionale. Telefono e computer sono stati sequestrati anche al collega Fabio Corsi, Art director del Fatto quotidiano”.
L’inchiesta ricorda il cdr del quotidiano romano, “nasce una querela di Alfredo Romeo, imprenditore indagato per corruzione di un dirigente Consip e per questo arrestato nel marzo scorso. Solo oggi, dopo oltre una settimana, e’ stato restituito il telefonino a Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha visto?: era stato sequestrato dalla Procura di Roma nell’ambito di un’altra indagine per rivelazione di segreto, sempre relativa al caso Consip”. “Siamo certi – sottolineano dal Cdr de Il Fatto – che le Procure di Roma e Napoli conducano con altrettanta solerzia e determinazione le indagini sugli appalti miliardari della Consip e sulle rivelazioni di segreto che nel dicembre 2016 consentirono ai vertici della centrale acquisti pubblica di ripulire i loro uffici dalle microspie collocate dai carabinieri su ordine dei pm del capoluogo campano, vanificando in larga parte l’indagine. Tuttavia, fino a oggi, non abbiamo avuto notizia del sequestro di telefoni e pc dei principali presunti responsabili, dal ministro Luca Lotti a Tiziano Renzi”.
E ancora: “Ferma restando la nostra incrollabile fiducia nella magistratura e negli organi di polizia giudiziaria, occorre sottolineare la valenza intimidatoria del sequestro di telefoni e memorie digitali dei giornalisti, che attenta alla segretezza delle fonti senza la quale non puo’ esistere un’informazione libera. I giornalisti e chiunque entri in contatto con loro sono esposti ad azioni giudiziarie che colpiscono di fatto il diritto di cronaca e l’interesse generale a un’informazione libera e non condizionata, tutelati dall’art. 21 della Costituzione italiana. Piena solidarieta’ ai colleghi Corsi, Lillo, Sciarelli e alle persone in vario modo coinvolte nell’operazione di oggi”.
In serata, un po’ tardiva, è arrivata la presa di posizione dell’Ordine dei giornalisti, in cui si esprime “solidarietà a Marco Lillo e preoccupazione per questo ultimo grave episodio, che è un tentativo di minare la libertà di informazione. L’ordine nazionale dei Giornalisti ricorda che nel momento in cui viene a conoscenza di una notizia il compito di un collega è quello di informare correttamente l’opinione pubblica. Non è quindi più accettabile una situazione in cui i cronisti giudiziari vengono sistematicamente intimiditi e perquisiti: questo avviene quando entrano in possesso di informazioni su indagini della magistratura, senza che nessuno sia in grado di bloccare la fuga delle notizie”.