Consip, sorpresa in parlamento (targata Idea)
07 Marzo 2017
Sul caso Consip oggi è successo qualcosa in parlamento. E non riguarda tanto la mozione di sfiducia al ministro Lotti annunciata da 5 stelle – il vicepresidente della Camera Di Maio ostenta ottimismo, la sfiducia “può passare” in Senato, ma in realtà quei numeri non ci sono, come ha detto Maurizio Gasparri.
Forza Italia del resto è in imbarazzo, da una parte gli azzurri non hanno mai votato mozioni di sfiducia individuali al governo, dall’altro devono sottrarsi all’immagine di un partito che vuole continuare a tenere in piedi il governo Gentiloni. Ma l’imbarazzo di Fi copre quello ancora più grande del Pd, tutto, compresa l’ala che ha lasciato il partito e che voterebbe contro Lotti, ma si troverebbe a sfiduciare il ministro di un governo che continua ad essere sostenuto anche da loro, gli “scissionisti”.
Il tema resta quello di un’azienda del governo, Consip, con socio unico il ministero del tesoro, i cui vertici, l’ad Marroni, fanno sapere che il ministro Lotti li avrebbe avvertiti delle indagini in corso. E si torna all’inchiesta sugli appalti, e al ruolo ambiguo del padre dell’ex premier. Lotti, almeno fino adesso, ha detto che non è vero niente, ma non ha annunciato querele per calunnia ai danni di Marroni, né le dichiarazioni filtrate dai verbali dell’ad o le sue recenti interviste sono state smentite dal diretto interessato o dalle procure che indagano. Niente smentite: i racconti fatti da Marroni, uomo di Renzi, su Russo, Tiziano Renzi e Denis Verdini, tutti legati a Matteo, dunque, sono veri?
In parlamento intanto qualcuno sta provando a disegnare un’altra strada, alternativa a quella, senza numeri, della sfiducia. Ci hanno pensato i senatori di IDEA, il partito guidato da Gaetano Quagliariello: la mozione presentata in Senato, primo firmatario Andrea Augello, impegna il governo Gentiloni a dimissionare i vertici Consip. Insieme agli senatori di ‘Idea’, Luigi Compagna, Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello, hanno sottoscritto la mozione anche senatori di Forza Italia, Gal, Direzione Italia e Gruppo Misto. Per un totale di circa venticinque adesioni.
Con uno scacco matto possibile, si metterebbero quindi i grillini, Forza Italia, la minoranza Pd e la sinistra fuoriuscita dal partito democratico, nelle condizioni non solo di mandare a casa Marroni, ma soprattutto di ottenere quel risultato politico che la sfiducia avanzata dai 5 Stelle non può avere. Perché uno due, Lotti o Marroni, ha per forza di cose mentito. E appare davvero stupefacente che il governo non abbia chiesto a nessuno dei due di farsi da parte. Per adesso, il passo indietro del ministro non arriva. Ma se anche l’ad di Consip restasse al al suo posto, allora vorrebbe dire che qualcuno, dentro la maggioranza, e soprattutto nel Pd, non vuole muovere le acque, nel timore che possano arrivare altre devastanti rivelazioni.