Consulta, Zagrebelsky: degrado totale, capo stato sia chiaro

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Consulta, Zagrebelsky: degrado totale, capo stato sia chiaro

13 Dicembre 2015

"Nelle ultime settimane, al prolungato surplace e’ subentrata la volata: bisogna fare in fretta, il Parlamento deve essere convocato a oltranza; perfino le feste natalizie devono passare in secondo piano; bisogna chiuderli tutti dentro, lesinare il cibo, scoperchiare il tetto fino a quando non ne escono con i tre giudici bell’e fatti". Lo afferma al Fatto quotidiano il giurista Gustavo Zagrebelsky che sullo stallo alla Consulta aggiunge: "Non e’ il Parlamento a dover essere minacciato, ma l’esecutivo a dover essere richiamato". "Siamo di fronte – spiega Zagrebelsky – a un degrado istituzionale senza precedenti, a un’invasivita’ degli interessi politici che viola la separazione costituzionale delle funzioni che prefigura sinistramente le mani sulle istituzioni di garanzia, le quali mani non incontrerebbero resistenze una volta portato a termine il ridisegno istituzionale che il governo sta perseguendo". "Ma la legge – ricorda – stabilisce che i giudici costituzionali non possono svolgere attivita’ inerenti ad associazioni e partiti politici: non dovrebbe valere la stessa cosa, al contrario?". La "volata", prosegue Zagrebelsky, si spiega "semplicemente: siamo nell’imminenza di alcune decisioni su materie alle quali il presidente del Consiglio, il governo e la sua maggioranza sono particolarmente, diciamo cosi’, sensibili: i diritti dei lavoratori, i diritti degli elettori, l’autonomia scolastica, le cause d’ineleggibilita’, per esempio". Sul fatto che si e’ invocato un intervento del presidente della Repubblica, ricordando un precedente in cui si e’ minacciato lo scioglimento delle Camere, il costituzionalista osserva: "La minaccia mi pare fuori della realta’. Oltretutto, potrebbe portare a soluzioni purche’ siano, in stato di necessita’. Non e’ il Parlamento che deve essere minacciato, ma e’ il governo che deve essere richiamato a stare al suo posto e sono i parlamentari a dover essere esortati al libero esercizio delle loro funzioni. Per questo occorrerebbero puntualizzazioni presidenziali precise, al di la’ delle vuote e insignificanti espressioni rivolte al Parlamento, del tipo "occorre uno scatto di reni", che non vogliono dire niente".