Consumi: male commercio a gennaio, Pasqua al risparmio

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Consumi: male commercio a gennaio, Pasqua al risparmio

24 Marzo 2016

I consumi degli italiani restano fermi nel mese di gennaio rispetto a dicembre dello scorso anno e calano dello 0,8 per cento su base annua. Lo dice ISTAT, individuando nel piccolo commercio il settore più colpito mentre la grande distribuzione sale dello zero virgola. Il 2016 inizia male sul fronte dei consumi, si tratta della riduzione tendenziale maggiore da più di un anno a questa parte. Anche Pasqua secondo Cia-Agricoltori Italiani sarà all’insegna del risparmio: più di un italiano su tre (il 35%) non acquisterà i dolci simbolo della festa, colombe e uova di cioccolato, mentre chi lo farà si orienterà decisamente verso i prodotti industriali venduti nelle catene della Gdo (il 43%) e solo il 22% sui prodotti artigianali da pasticceria. 

 

I consumi sostengono la crescita del prodotto interno lordo e lo scorso anno sono stati una componente della lunga uscita della nostra economia dalla crisi, ma se il buongiorno si vede dal mattino quest’anno le cose rischiano di peggiorare. Molto dipenderà dalle scelte del governo, ma se mai Renzi dovesse accettare il suggerimento arrivato dalla Corte dei Conti, aumentando l’IVA, ad esempio i consumi ne uscirebbero probabilmente più depressi. Né possiamo prendercela troppo con la congiuntura internazionale: se è vero che il Fondo Monetario, l’FMI, fa sapere che il crollo del prezzo del petrolio non ha avuto gli effetti positivi che ci si sarebbe aspettati sulle economie più forti, bisogna dire che in Italia se anche fosse avvenuto il contrario non avremmo comunque goduto di grandi benefici, vista per esempio la incidenza delle accise.

 

A tutto questo bisogna aggiungere che il quadro internazionale si complica, con la politica sui tassi di interesse esercitata dalle banche centrali e in un contesto di forte turbolenza finanziaria (in Europa, con le banche che ballano). La BCE ha tagliato le prospettive di crescita per la zona euro (da 1,7% a 1,4% per il 2016 e dall’1,9% all’1,7% l’anno prossimo. Anche dalla Cina, intanto, arrivano notizie di iniezioni di liquidità nel sistema per evitare una frenata troppo brusca, discorso che può allargarsi ad altre economie emergenti. "In prospettiva," dice la BCE, "la ripresa economica dovrebbe procedere a un ritmo moderato" ma sarà frenata soprattutto dal rallentamento dei paesi emergenti, dalla volatilità finanziaria, dagli aggiustamenti di bilancio e dalla lentezza di attuazione delle riforme strutturali.

 

"La domanda interna dovrebbe essere ulteriormente sorretta dalle misure di politica monetaria della Bce e dal loro impatto favorevole sulle condizioni finanziarie, nonché dal costante incremento dell’occupazione derivante dalle riforme strutturali attuate in precedenza". Sempre secondo la BCE, "l’orientamento fiscale nell’area dell’euro è lievemente espansivo e questo riflette in parte le misure a sostegno dei profughi".