Conti pubblici: debito record con Renzi-Gentiloni
15 Maggio 2017
di Redazione
La Commissione ha deciso di rinviare le decisioni sul pacchetto economico di primavera, tra cui il giudizio sulla manovra correttiva e il Documento di Economia e Finanza dell’Italia. Nella riunione del collegio di domani a Strasburgo ci sarà “una prima discussione alla luce delle previsioni economiche di primavera”, ha detto il portavoce della Commissione, Margaritis Schinas, confermando che non ci saranno decisioni sul pacchetto economico. Inizialmente, l’annuncio delle decisioni sui conti pubblici e le raccomandazioni erano previsti per mercoledì a Bruxelles.
Detto ciò, in una nota il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Brunetta, ha voluto commentare così lo stato delle cose in Italia. “Ultime notizie dal debito: abbiamo raggiunto il record di sempre, 2.260 miliardi di debito. E riferito a Renzi-Gentiloni in 1.140 giorni dei loro governi più 153 miliardi, vale a dire 134 milioni al giorno. Dobbiamo dire grazie a Renzi, a Gentiloni e soprattutto a Padoan – ha aggiunto Brunetta -. Quel Padoan che fin dall’inizio ha detto che avrebbe ridotto il debito e che con una faccia di bronzo, mai vista nella storia del ministero dell’Economia, ha detto e continua a dire che il debito diminuirà l’anno prossimo. Oggi abbiamo la certezza: con Padoan ministro il debito è aumentato di 153 miliardi in 1.140 giorni, 134 milioni al giorno. GraziePadoan, grazie Renzi, grazie Gentiloni”.
A marzo il debito delle Amministrazioni pubbliche è stato pari a 2.260,3 miliardi, in aumento di 20,1 miliardi rispetto al mese precedente. E questi sono i dati di Banca d’Italia che scrive, “L’incremento è dovuto al fabbisogno mensile delle Amministrazioni pubbliche (23,4 miliardi), parzialmente compensato dalla diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro (per 2,2 miliardi, a 54,6 – spiega Bankitalia -; erano pari a 70 miliardi alla fine di marzo 2016) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del tasso di cambio (1,1 miliardi). Con riferimento ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 20,3 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,2 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato”.