Contribuenti d’Europa, unitevi nel cordoglio!

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Contribuenti d’Europa, unitevi nel cordoglio!

Contribuenti d’Europa, unitevi nel cordoglio!

11 Luglio 2011

Mentre il falco Bocchino si fa agnello ammiccando ad Alfano e gli indignados allestiscono un camping estivo alla Puerta del Sol, Barroso passa la patata bollente del debito pubblico alle agenzie di rating. Lisbona soccombe e la politica estrae dalla manica il suo asso migliore: scaricare le colpe della cattiva gestione pubblica sul mercato.

Occorre essere particolarmente svergognati per difendere l’indifendibile. Come si può sospettare un complotto delle agenzie di rating quando è palese a tutti che i titoli di stato portoghesi valgono meno della carta straccia, soprattutto a fronte dell’esperienza greca? Non è forse giunto il momento che la politica, specialmente in ambito finanziario, inizi ad assumersi le proprie responsabilità?

I segnali di scontento non mancano. Cosa altro potrebbero mai indicare, infatti, i vari movimenti teapartisti spontaneamente germogliati nei vari paesi dell’Unione su iniziativa di privati cittadini o piccole associazioni? Italia, Spagna, Inghilterra, Olanda e molti altri paesi hanno il loro Tea Party, ma non si tratta di una semplice moda importata da oltreoceano. I Tea Party europei si tingono di peculiarità locali, quali lo scetticismo nei confronti della BCE, moloch di quell’Europa che da originaria unione di nazioni assomiglia sempre più a un Leviatano finanziario.

Tuttavia il malcontento che attraversa trasversalmente l’intera Europa necessita di essere incanalato e indirizzato; per questo i Tea Party assumono un’importanza fondamentale nell’impedire alla protesta di svuotarsi di contenuti e dare risposte errate a domande corrette, come avviene per gli indignados madrileni o i grillini nostrani. Cavalcare con rabbia la pancia delle piazze è tanto semplice quanto rischioso: si finisce con il chiedere maggiore intervento statale laddove il dirigismo ha già procurato danni irreversibili all’economia del paese e talvolta è la sola causa di un indebitamento insostenibile.

Ai, que saudade! Anche stavolta a Lisbona fanno i portoghesi: a pagare per loro sarà l’Unione. Contribuenti di tutta Europa, unitevi! Nel cordorglio.