Contro la mafia il Sud può e deve farcela
30 Gennaio 2012
La Campania, insieme alle altre Regioni del Sud, può ancora farcela ed è proprio da questi territori che bisogna ripartire per rilanciare tutto il Paese. Nonostante la camorra, come ha ricordato Ernesto Lupo, Primo Presidente della Corte di Cassazione, resti un fenomeno "allarmante per la sua veloce capacità di espansione territoriale", c’è ancora possibilità per un rilancio del territorio campano come degli altri territori devastati dalla mafia. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, che si è svolta sabato scorso a Catania in mezzo a proteste e polemiche contro le ultime misure del governo nei confronti della professione forense.
Tra i temi del dibattito il problema della capacità operativa sempre crescente delle organizzazioni mafiose con un riferimento, tra le altre, alla camorra campana che, secondo gli ultimi dati registrati, ha avuto “possibilità di sviluppo” anche in zone della Capitale e nei territori di Latina, Gaeta e Cassino. I fenomeni criminali più in crescita, come ha fatto notare Vitaliano Esposito, Procuratore generale della Corte di Cassazione, sono il pizzo e l’usura. Soprattutto la provincia di Caserta, negli ultimi tempi, ha registrato innumerevoli arresti per il fenomeno usuraio, con frequenti casi in cui venivano effettuati prestiti con un tasso di interesse che superava addirittura il 200%.
Oltre questo dato devastante, c’è ancora dell’altro. Nonostante le continue denunce dei commercianti e l’azione delle forze dell’ordine, resta diffuso il fenomeno del "pizzo", una "super tassa di protezione” che uccide il commercio locale, le piccole e le medie imprese. Già di per sé potrebbe essere una prima spiegazione alla fuga di tanti imprenditori che investono al Sud per i primi dieci giorni e poi dichiarano fallimento. E’ stato riconosciuto che anche con una forte repressione da parte della società civile, questi fenomeni si manifestano ancora con tanto impeto. Tra la zona dell’ alto casertano e il salernitano, come risposta a questo disagio sociale che non fa altro che screditare una parte d’Italia, sono nati spontaneamente tanti comitati anti-usura e anti-racket. Sono la manifestazione di una solidarietà che la società civile riserva per fenomeni che mettono in serio pericolo le libertà civili e il futuro di tutti.
Un forte incoraggiamento per questi territori è emerso dal discorso del Ministro della Giustizia, Paola Severino che, facendo affidamento sulle molteplici intelligenze di queste terre e sull’impegno civile, ha sostenuto la necessità di vincere questa difficile sfida provando a capovolgere l’Italia stessa. Ripartire da territori duramente provati come quello campano è dovere di ogni amministrazione e, più in generale, dello Stato. Anche le forze politiche, da parte loro, devono farsi portatrici – a tutti i livelli – di questo messaggio e impegnarsi concretamente ad affrontare il fenomeno mafioso, anche e soprattutto scongiurandone la presenza al loro interno.