Contro la povertà in Abruzzo scende in campo la rete del Banco Alimentare
10 Giugno 2011
di V. F.
Il livello di povertà delle famiglie abruzzesi è all’11,8%. Lo rivela un’indagine dell’Istat secondo la quale questa cifra supera dello 0,7% la media nazionale. Un problema serio di fronte al quale si rende necessario un intervento tempestivo.
Reddito minimo, precari, lavoratori in cassa integrazione e mancanza di qualifica tecnica per accedere al lavoro. Di questo si è parlato proprio in questi giorni a Pescara, dove si sono dati appuntamento i direttori delle ventitré sedi locali che compongono la rete nazionale del Banco Alimentare. Dibattiti, riunioni e progetti che, sotto la supervisione della Fondazione Banco Alimentare Onlus, quest’anno sono serviti soprattutto per mettere a punto una strategia comune sul tema del rapporto tra Banchi ed enti convenzionati, le strutture che assistono direttamente i poveri in tutta Italia e ricevono gli alimenti dai Banchi.
All’appuntamento pescarese è stato presente anche Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare. A rappresentare l’Abruzzo e il Molise è intervenuto Cosimo Trivisani, il direttore del Banco Alimentare dell’Abruzzo che, di concerto con la Fondazione, ha contribuito all’organizzazione dell’evento.
A proposito di rete e di collaborazione con altre strutture, nel corso delle riunioni si è fatto il punto sul ruolo dell’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Solo per fornire qualche cifra, nel biennio 2009-2010 sono state distribuite più di 100.000 tonnellate di prodotti provenienti dall’Agea. E per il programma 2011 la Ue ha assegnato all’Italia risorse finanziarie per 100 milioni e 649 mila euro, somma che in gran parte si ottiene attraverso la fornitura di cerali (compreso il riso) e di latte in polvere: in particolare l’equivalente di 49,98 milioni per il settore cerealicolo e 50,66 milioni per il settore lattiero-caseario. Tocca poi ad Agea, sulla base delle indicazioni che provengono anche dal Mipaaf, indire i bandi per trasformare queste materie prime in prodotti finiti da destinare agli enti caritativi. Questi ultimi, attraverso le loro strutture territoriali, che fanno capo essenzialmente a Banco Alimentare, Caritas Italiana, Croce Rossa Italiana e Comunità di Sant’Egidio, assistono circa 2,7 milioni di indigenti sparsi su tutto il territorio nazionale.
Il presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo, Luigi Nigliato, ha detto che ospitare l’evento annuale della grande famiglia dei Banchi Alimentari, operativi in tutta Italia, è stato un grande piacere. "Una scelta che ci onora e che siamo certi favorirà un lavoro proficuo per rendere ancora più efficiente la rete".
Un’efficienza a cui l’organizzazione abruzzese punta anche attraverso l’attenzione alla formazione. Fino ad agosto, infatti, sono in programma una serie di corsi di formazione che il Banco Alimentare dell’Abruzzo ha organizzato per propri dipendenti, collaboratori e volontari ma anche rivolti all’esterno: alle famiglie straniere e agli enti convenzionati. Con l’obiettivo di migliorare, mediante la leva della formazione, la crescita delle persone e, quindi, il perseguimento della mission del Banco. Sarà così possibile, ad esempio, intercambiare i dipendenti assegnando mansioni diverse in base alle esigenze che emergono, in una logica di riduzione di sprechi e aumento dell’efficienza e dell’efficacia. Per quanto riguarda le famiglie straniere, per arricchirne e migliorarne le condizioni, e soprattutto favorire l’integrazione con abitudini alimentari diverse dalle nostre (con particolare riferimento a quanti non provenienti dal bacino mediterraneo), il Banco organizza specifiche attività formative in materia di educazione alimentare.
Un microcosmo si solidarietà in un macrocosmo di bisogni. E una lezione, l’ennesima, che la sussidiarietà può davvero rappresentare una risorsa in più.