Contro Visco mozione di sfiducia Udc

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Contro Visco mozione di sfiducia Udc

03 Luglio 2007

“Siano definitivamente congelate le deleghe sul
coordinamento della Guardia di Finanza in capo al vice ministro Vincenzo Visco
e lo stesso si presenti dimissionario a un eventuale dibattito parlamentare”.

Dopo lunghe trattative tra i capi gruppo di maggioranza e
opposizione, ieri l’Udc si è decisa a depositare il documento che da oggi
comincerà a togliere il sonno all’uomo che gli italiani identificano con le
tasse. Ieri, dopo un rapido giro di consultazioni con i capigruppo di Forza Italia
e di An Renato Schifani e Altero Matteoli, e della Nuova Dc Mauro Cutrufo, che
hanno prontamente firmato il testo, l’Udc ha presentato lo scarno testo di
“sfiducia tecnica personale”, evitando accuratamente ogni riferimento
all’azione giudiziaria in corso. E questo sia per un doveroso garantismo di cui
il partito di Bottiglione e D’Onofrio si è spesso fatto vanto, sia per evitare
i tempi lunghissimi della giustizia all’italiana che potevano trasformarsi in
un boomerang.

“L’unica cosa che ci interessava – dicevano gli addetti ai
lavori nei corridoi del Senato – è che quel ritiro temporaneo delle deleghe
furbescamente cogitato da Tommaso Padoa Schioppa si trasformasse in una
definitiva estromissione di Visco dalle deleghe della Guardia di Finanza. E poi
abbiamo chiesto le dimissioni in vista del dibattito in aula perché ci teniamo
a precisare che il caso è ormai politico e non solo giudiziario”.

E che ci potesse essere una possibilità di affondare nelle
sabbie mobili della giustizia a Roma, una procura un tempo definita” il porto
delle nebbie”, ieri lo ha fatto intendere, con una brusca retromarcia, il
senatore Sergio De Gregorio, presidente della commissione Difesa al Senato, in
quota al partito personalistico “italiani nel mondo”. De Gregorio, che nei
giorni scorsi era stato uno degli agit
prop
della rivolta politica in seno alla maggioranza contro Visco e che si
era auto proclamato quasi un portavoce dell’ex comandante della Guardia di
Finanza Roberto Speciale, ieri ha fatto un’improvvisa conversione a “u”. E di
fronte all’ipotesi della sfiducia ad
personam
consigliava di attendere la richiesta di rinvio a giudizio della
procura di Roma. Facendosi anche furbescamente scudo con le dichiarazioni molto
garantiste espresse ieri sera dallo stesso Silvio Berlusconi.

Ma la mozione di sfiducia personale non è l’unica opzione
che la Cdl metterà in campo contro Visco: sempre ieri durante la riunione dei
capi gruppo si è parlato a lungo anche di un nuovo
dibattito parlamentare sul caso Speciale. La cosa, visti i numeri nelle due
aule, appare pressoché impossibile. Ma di fronte a una mozione di sfiducia così
dura in cui i moderati dell’Udc si ritrovano nell’inedita posizione dei falchi
che scavalcano le colombe di Forza Italia, An e persino della Lega, qualcuno
nel centro sinistra, per evitare il peggio, in un momento in cui l’Europa ci
mette sotto accusa per i conti che in ordine non sono, con buona pace di
Tommaso Padoa Schioppa, un pensierino a concedere qualcosa, magari nell’arco di
un ampio dibattito parlamentare, potrebbe farlo. E in molti guardano con
insistenza proprio ad Antonio Di Pietro che con i propri collaboratori più
stretti non fa alcun mistero di esserci rimasto molto male per come il governo
ha gestito questa patata bollente. Fino a rimanerne ustionato.