“Convenzione umiliante”, la strana idea di pace di Gustavo Zagrebelsky
18 Maggio 2013
di Ronin
Essendo presidente emerito della Consulta e insegnando diritto costituzionale, non ci avventuriamo in giudizi sulle dichiarazioni di Gustavo Zagrebelsky che ha definito “umiliante” la Convenzione per le riforme e il voto bloccato alle Camere, lasciando ad alti e più esperti commentatori l’onere di dare una risposta al Professore.
Ci limitiamo a ricordare che l’idea della Convenzione venne all’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani. E che se il Parlamento si rifiuta di legiferare preferendo litigare qualche soluzione bisognerà pure trovarla. Vorremmo invece dire la nostra su questa parte della dichiarazione fatta oggi alla stampa dal sempre emerito Presidente: “Chi di noi non è per la pace e la pacificazione?”, si chiede Zagrebelsky, “Ma la pace è esigente, molto esigente. Non può essere senza condizioni. La pace è la conseguenza della verità e della giustizia. Altrimenti pacificare significa solo normalizzare”.
Del Zagrebelsky uomo politico ricordiamo la partecipazione all’immarcescibile manifestazione del Palasharp, quando gli stati maggiori della sinistra elitaria, minoritaria e giacobina – i vari Saviano, Eco, De Gregorio, l’elenco sarebbe ancora lungo – si diedero appuntamento uniti dall’idea che la democrazia in Italia significava liberarsi del Cav., usando addirittura un ragazzino di 13 anni per affermare questa verità che gli italiani proprio non riescono a ficcarsi in testa.
Come dimenticare quel fulgido esempio di pacificazione in cui si paragonava la “pretesa” di Berlusconi di governare a colpi di decreti legge alla Germania del ’33, con il Reichstag inginocchiato davanti a Hitler! Cari amici di Libertà e Giustizia, e cari Grillini che alle quirinarie avete votato Zagrebelsky, dinanzi a questo fulgido modello di pacificazione nazionale viene quasi spontaneo il bisogno di “normalizzare”…