Copyright, Google News finisce nel mirino dell’Antitrust
24 Maggio 2013
di redazione
"Google News", il popolare motore di ricerca che aggrega gli articoli web dei giornali italiani, è uno strumento che disincentiva alla produzione di contenuti informativi di qualità? E’ questa la domanda che sembra farsi il presidente dell’Antitrust italiano, Giovanni Pitruzzella, che ha chiesto al Governo e al Parlamento di intervenire a tutela dei contenuti editoriali sul web, ricordando che già altri Paesi europei come Francia e Germania hanno fatto lo stesso. E’ vero, ma è vero anche che non si può ragionare in termini di qualità del servizio e rispetto del copyright in un contesto editoriale che si sta profondamente trasformando.
Google News del resto è uno strumento straordinario. Permette quasi di bypassare le agenzie giornalistiche, fino ad oggi gelose custodi del lancio di una notizia. Anzi, la maggioranza delle agenzie stampa italiane preferisce essere su Google News. L’aggregatore di notizie, per quanto frutto di un algoritmo, svolge un compito fondamentale per chi scrive on line. Selezionare titoli e sommari per offrire una immediata overwiew delle principali notizie del giorno. Si potrà obiettare che spesso si trovano molti articoli e titoli simili, perché d’altra parte per "esserci", bisogna essere molto più veloci di una volta a fabbricare notizie pertinenti, brevi e con titoli di appeal. Ma in questo esercizio di intelligenza creatrice sta anche la novita del giornalismo internettiano.
Come pure il discorso sul copyright, almeno in Italia, nel web dovrebbe recepire maggiormente le novità giuridiche venute fuori con le varie licenze Creative Commons, che non vuol dire trasgredire la legge sul diritto d’autore. Paradossale il fatto che proprio Google oggi sia stato premiato a "E’ Giornalismo" dalle penne più autorevoli della carta stampata italiana. Pitruzzella vorrebbe che ci fosse una "cooperazione più virtuosa" tra i produttori di contenuti editoriali e i fornitori di servizi informatici che riproducono materiale protetto da copyright. Ma il problema è tutto dei giornali on line: che vogliono fare le grandi testate italiane, andarsene da Google News? Liberissime, sembrano dire a Mountain View, ma poi chi lo garantisce quel flusso bestiale di visite che caratterizza ogni pezzo apparso sull’aggregatore di news più celebre al mondo?
Insomma, si può pensare di chiedere alla grande multinazionale di versare una "decima" come accade in Francia (6o milioni di euro che Hollande vuole usare per finanziare la transizione dei media francesi su Internet), ma non sarebbe giusto tassare Google perché sta offrendo un servizio agli utenti. E ricordiamoci che i guglocrati hanno sempre un’ultima risorsa, minacciare di togliere le testate on line di un Paese dalla indicizzazione di Google News. Uno spettro che se agitato dovrebbe indurre a più miti consigli anche i direttori di giornali on line più gelosi delle loro firme. Se davvero si volesse aprire una discussione in materia, magari si potrebbe chiedere a Google di favorire nella selezione e aggregazione delle notizie, non solo le grandi testate, come avviene spesso (di solito sono queste a dominare l’home page dell’aggragatore), ma anche le più piccole, che non possono che guadagnare da una maggiore esposizione e visibilità sul motore di ricerca.