Corea del Nord. Giornaliste americane “ammettono” la denigrazione del regime
16 Giugno 2009
di redazione
Le due giornaliste americane incarcerate la settimana scorsa in Corea del Nord hanno ammesso di essere entrate nel Paese illegalmente. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kcna, secondo la quale Laura Ling, 32 anni, e Euna Lee, 26, avrebbero confessato e accettato la sentenza che le condanna a 12 anni di lavori forzati.
Le giornaliste erano state condannate con l’accusa di essere entrate senza permesso a marzo in Corea del Nord attraverso il confine cinese. Secondo quanto riferito dalla Kcna, le due donne avrebbero anche ammesso di aver girato dei filmati per una "campagna diffamatoria" sulla violazione dei diritti umani nel Paese.
Tra l’altro le due giornaliste americane detenute in Nord Corea avrebbero anche ammesso " di aver denigrato il regime". Secondo la Kcna, il loro obiettivo era di "isolare e soffocare" la politica della Corea del Nord, filmando "sulla frontiera un servizio che sarebbe stato usato come parte di una campagna denigratoria sulla questione dei diritti umani nella Repubblica Democratica del Popolo di Corea".
Processate dall’Alta corte di Pyongyang, le due giornaliste sono state condannate l’8 giugno a 12 anni di lavori forzati. Secondo gli esperti, il regime stalinista, dopo le crescenti tensioni legate all’esperimento nucleare del 25 maggio cui è seguita una nuova risoluzione dell’Onu, punta a utilizzare le due reporter come merce di scambio per esercitare pressioni su Washington e spingere la nuova amministrazione Obama a colloqui diretti.