Corea del Nord: “Pronto il missile intercontinentale”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Corea del Nord: “Pronto il missile intercontinentale”

30 Maggio 2009

La Corea del Nord sembra preprararsi ad un nuovo lancio di un missile intercontinentale, riferiscono oggi i media di Seul. A quanto si legge sul quotidiano Dong-a Ilbo, i servizi americani d’intelligence hanno osservato attività sospette presso una fabbrica di missili a Sanumdong, presso la capitale nordcoreana, Pyongyang.

Si ritiene vi siano preparativi per caricare su un treno un missile balistico dalla portata di oltre 5mila chilometri. L’agenzia stampa sudcoreana Yonhap cita intanto fonti ben informate secondo le quali un missile balistico intercontinentale è stato caricato su un treno vicino Pyongyang e condotto in un luogo sconosciuto.

Sia l’agenzia che il quotidiano sottolineano che l’attività osservata alla fabbrica di missili ricorda quella registrata alla vigilia del test missilistico del 5 aprile. Allora Pyongyang dichiarò di aver messo in orbita un satellite, ma la comunità internazionale accusa la Corea del Nord di aver testato un missile intercontinentale. Da allora la tensione nella penisola coreana è cresciuta fino ad arrivare al test nucleare nordcoreano di lunedì scorso, seguito dal lancio di sei missili a corto raggio.

Secondo la fonte dell’agenzia Yonhap il missile caricato sul treno è simile nelle dimensioni a quello lanciato il 5 aprile e potrebbe essere "una versione modificata del Taepodong 2". I preparativi per il lancio, aggiunge la fonte, potrebbero essere completati in due settimane. Il treno con a bordo il missile si sarebbe diretto verso la rampa di lancio di Musudun-ri, sulla costa orientale. Si ritiene che una versione modificata del Taepodong 2 potrebbe essere in grado di raggiungere il territorio americano.

Immediate le reazioni della comunità internazionale. Il segretario alla Difesa americano Robert Gates da Singapore ha avvertito Pyongyang che Washington non resterà immobile di fronte alle minacce nordcoreane. Alla base Usa di Okinawa in Giappone è arrivato stamani il primo dei supertecnologici caccia F22 Raptor che il Pentagono ha deciso di schierare nell’area per i prossimi quattro mesi. "Noi – ha detto il ministro Gates durante una conferenza sulla sicurezza in Asia a Singapore – non staremo immobili di fronte a una Corea del Nord che costruisce la propria capacità di distruzione di qualsiasi target in Asia o su di noi".

La Cina, sponsor sempre più preoccupato di Pyongyang, cerca di raffreddare le tensioni. A Singapore, alla stessa conferenza alla quale ha partecipato Gates, il generale Ma Xiotian ha invitato la comunità internazionale alla calma e la Corea del Nord ad avviare la denuclearizazione. E sempre a Singapore, il ministro della Difesa sudcoreano, Lee San Hee, ha chiesto all’Onu di intervenire varando una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza per rafforzare le sanzioni contro Pyongyang.

Il presidente russo Dmitri Medvedev e il premier giapponese Taro Aso in un colloquio telefonico si sono detti d’accordo sulla necessità di "reagire nel modo più fermo" al test nucleare sotterraneo nordcoreano e alle altre iniziative di Pyongyang in campo nucleare. Lo riferiscono le agenzie russe, citando l’ufficio stampa del Cremlino."Le parti sono state d’accordo nel ritenere che sia necessario reagire nella maniera più ferma a tali iniziative (della Corea del Nord), che costituiscono una sfida al sistema di sicurezza internazionale", si legge nel comunicato diffuso dalla presidenza russa. Mosca e Tokyo, inoltre, hanno espresso l’intenzione di "coordinare il lavoro di elaborazione di misure adeguate alla situazione determinatasi e dirette alla sua soluzione", misure che "saranno incluse nelle nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza del’Onu".