Corea del Nord. Riprese le attività nella centrale nucleare di Yongbyon
27 Maggio 2009
La Corea del Nord ha effettuato oggi un nuovo lancio di missile, all’indomani del lancio di altri due missili a corto raggio. A riferirlo l’agenzia sudcoreana "Yonhap". Anche stavolta si è trattato di un missile a corto raggio, lanciato dalla costa orientale verso il Mar Giallo (come ha riferito la Yonhap citando una fonte non identificata del governo di Pyongyang). "Le autorità dei servizi di informazioni sono al lavoro per seguire da vicino la situazione", ha sottolineato la fonte secondo l’agenzia sudcoreana.
Sarebbero riprese anche le attività nell’impianto nucleare di Yongbyon, secondo quanto riportato dal quotidiano sudcoreano "Chosun Ilbo", secondo cui da una relazione inviata dai satelliti spia americani emerge che sono stati rilevati segni di vapore, generati probabilmente dalla struttura di lavorazione del plutonio, distante 80 chilometri da Pyongyang. La Corea del Nord aveva effettivamente detto in precedenza di aver riavviato le operazioni di ritrattamento del combustibile atomico esaurito a Yongbyon in segno di protesta verso la condanna dell’Onu per il lancio del missile-satellite effettuato il 5 aprile scorso, ma non era ancora chiaro se Pyongyang avesse effettivamente ripreso le attività.
La Kcna, ovvero l’agenzia ufficiale del regime, rende inoltre noto che la Corea del Nord dice di non sertirsi più legata all’armistizio del 1953, quello siglato a chiusura della guerra di Corea, e minaccia di rispondere militarmente all’indomani della decisione di Seul di aderire alla Proliferation Security Initiative (Psi). Prevedibilemnte i militari della Corea del Nord hanno deciso di replicare all’ adesione di Seul all’iniziativa a guida Usa lanciata nel 2003 dall’amministrazione di George W. Bush allo scopo di interdire il trasferimento di tecnologie e armi di distruzione di massa. Pyongyang, infatti, aveva fatto sapere nelle scorse settimane che avrebbe considerato come "una dichiarazione di guerra" la scelta di associarsi all’iniziativa statunitense per intercettare, ad esempio, navi sospettate di trasportare armi. Il regime comunista, in una nota, spiega che risponderà "immediatamente e con forti misure militari" qualora il Sud decida di fermare e ispezionare qualsiasi nave nordcoreana. Pyongyang, inoltre, non si ritiene più vincolata dall’armistizio che ha chiuso la Guerra di Corea, come atto di protesta verso il Sud.
Da parte sua, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha bisogno di tempo per mettere a punto i termini di una risoluzione che dovrebbe sanzionare la Corea del Nord. Lo riportano alcuni diplomatici. "Stiamo lavorando, abbiamo bisogno di un pò di tempo", ha dichiarato l’ambasciatore di Francia, Jean-Maurice Ripert, all’uscita da una riunione detta "P5+2", tra i cinque membri permanenti del Consiglio dotati di diritto di veto (Cina, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia), il Giappone e la Corea del Sud. "Le nostre discussioni e deliberazioni in effetti richiederanno un pò di tempo", gli ha fatto eco l’ambasciatrice degli Stati Uniti, Susan Rice. La "P5+2" cerca soprattutto di accordarsi su un progetto di risoluzione, prima di presentarlo agli altri membri del Consiglio di sicurezza. Lunedì il Consiglio aveva condannato il test nucleare nordcoreano come una violazione delle sue risoluzioni e aveva annunciato che ne avrebbe messa in cantiere una nuova, con eventuali "misure forti" verso Pyongyang, che tardano però ad arrivare.
"La risoluzione, con tutta probabilità, avrà un carattere sanzionatorio. In Consiglio di sicurezza è in corso un lavoro intenso", ha aggiunto all’agenzia Itar-Tass una fonte del ministero degli esteri russo, che ha sottolineato la grande preoccupazione di Mosca per la situazione di tensione nella regione coreana. "La situazione è allarmante, tesa. Noi riteniamo che sia in corso una guerra di nervi, che tuttavia non sfocerà in una guerra aperta. È necessario dar prova di prudenza", ha aggiunto la fonte non meglio precisata del ministero degli esteri russo.
La Russia inoltre sta adottando una serie di "misure preventive, anche di carattere militare" nella prospettiva di uno "sviluppo incontrollato" nella penisola coreana. Lo ha detto una non meglio precisata fonte della sicurezza russa citata dall’agenzia Interfax. "L’aggravamento della situazione nella regione in conseguenza delle ultime decisioni e azioni di Pyongyang può avere conseguenze sulla sicurezza della popolazione dell’Estremo Oriente russo". Stando a tale fonte, ad adottare tali misure sono vari dicasteri, compresi quelli militari preposti al rafforzamento dei controlli radar e della protezione civile. "Nel caso concreto non si tratta di un concentramento di truppe, ma di misure nella prospettiva dello scoppio di un conflitto nella penisola coreana con il possibile utilizzo di armi nucleari". La situazione, ancora una volta è in progresso, anche se la Corea si sta isolando, secondo i suoi voleri.