Corea del Sud, lo “scandalo della sciamana” e l’impeachment della presidente Park

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Corea del Sud, lo “scandalo della sciamana” e l’impeachment della presidente Park

09 Dicembre 2016

Nella notte l’Assemblea nazionale coreana ha votato per aprire il processo di impeachment nei confronti della presidente Park. L’impeachment è stato votato da 234 parlamentari, soltanto in 56 hanno votato contro la destituzione della presidente. Adesso i poteri  passano a Hwang Kyo-ahn in attesa che la Corte suprema decida sulla posizione della presidente Park – che resta sospesa, in attesa di giudizio”.

Fuori dal Parlamento la folla esplode in un urlo di gioia e dentro alla Blue House quella che sembrava avere i contorni di una farsa assume adesso la forma del dramma: quantomeno del dramma istituzionale. Alle 16,12 di Seul la presidente che si faceva plagiare dalla sciamana non c’è più, la prima donna mai eletta nei primi vent’anni di questa strana democrazia è stata spodestata dalla sua gente, accusata di corruzione. L’impeachment voluto dall’opposizione unita ha raccolto almeno i due terzi dei 300 membri del Parlamento, compresi dunque gli almeno 28 voti necessari arrivati anche dal partito di maggioranza conservatore che aveva riportato Park Geun-yeh al palazzo presidenziale che lei conosceva tanto bene.

La presidente è esautorata dei suoi potere e le funzioni di governo passano al primo ministro. Ma la Corte costituzionale potrebbe prendersi fino a sei mesi per convalidare la decisione del Parlamento: e devono dire sì sei giudici su nove. La Corea del Sud può restare senza leader fino a giugno? Dopo le incredibili proteste di piazza, non solo i partiti d’opposizione ma la gente comune scesa per le strade a milioni per cinque weekend di seguito, le mamme con le carrozzine a sfidare il gelo d’inverno gridando giustizia per i propri figli, Park aveva accettato di dimettersi comunque in aprile: a quel punto, secondo Costituzione, le elezioni sarebbero state indette comunque entro due mesi, cioè fino a giugno. 

Adesso si ricomincia da zero. L’inchiesta continua, la campagna elettorale anche se non formalmente è già cominciata. Adesso a regnare è soltanto l’incertezza. La gente festeggia in piazza e lassù al Nord il regime di Kim Jong-un che minaccia il mondo con l’atomica se la ride: la democrazia ha mostrato per il momento la sua forza, vediamo a chi tocca adesso.