Corea Sud. Allarme per aumento cyber-attacchi a reti militari
22 Ottobre 2010
di redazione
Le reti militari della Corea del Sud sono sempre più nel mirino degli attacchi informatici, che si ritiene provengano in gran parte dalla Corea del Nord, che hanno toccato una media di quasi 100.000 tentativi di intrusione al giorno.
Il numero di cyber-attacchi portati contro le infrastrutture telematiche della Difesa, secondo la denuncia del parlamentare Kim Ock-lee, esponente del partito di maggioranza Grand National Party, s’è attestato a 93.720 casi quotidiani nel 2009. I dati, forniti dal ministero della Difesa, segnalano una tendenza in rapida ascesa negli ultimi anni, che hanno visto passare le intrusioni digitali dai 29.681 casi giornalieri del 2006 ai 79.022 del 2008. Negli ultimi tre anni, i responsabili della Difesa hanno alzato per sole 3 volte il livello di allerta sulla scala ‘Infocon’, che monitora i sistemi informatici per individuare le attività ostili contro le reti, sollevando dubbi sulla capacità di risposta dell’esercito di fronte a un’eventuale ‘cyber-guerra’.
"Nonostante sia noto che la Corea del Nord disponga di almeno 600-700 hacker professionisti – ha denunciato Kim -, i responsabili militari sono stati finora negligenti sulle contromisure contro la guerra informatica". Secondo fonti di intelligence di Seul, dietro ai numerosi attacchi contro siti e reti del governo sudcoreano ci sarebbe la mano della Corea del Nord, sospettata di aver approntato negli ultimi anni una vera e propria divisione di esperti per realizzare attacchi informatici organizzati su vasta scala. Tra i tipi di intrusione più utilizzati vi è il cosiddetto ‘Denial of Service’ (DoS), che utilizza contemporaneamente un elevato numero di computer infettati (‘zombie’) per ‘bombardare’ di dati un sito scelto e metterlo offline.