Coro di proteste oggi a Roma contro Ahmadinejad

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Coro di proteste oggi a Roma contro Ahmadinejad

03 Giugno 2008

La manifestazione-lampo che si è tenuta oggi alle due a Piazza di Spagna, aveva un obbiettivo chiaro: protestare contro la visita diplomatica del presidente iraniano Ahmadinejad a Roma, invitato al World Food Security Summit.

Il sit-in pacifico ha visto la partecipazione di numerosi attivisti politici iraniani e non che hanno esposto striscioni, si sono ricoperti di lenzuola nere, hanno srotolato “tappeti neri” sulla scalinata di Piazza di Spagna, hanno intonato cori di protesta contro il dittatore iraniano e urlato “vergogna!” contro la FAO,  colpevole di averlo invitato a Roma, come se si trattasse di un normale capo di Stato.

Ahmadinejad, però, non è assolutamente un capo di Stato qualunque. La negazione dei diritti di opinione, stampa, associazione, fede religiosa, appartenenza politica e preferenze sessuali basta già di per sé a definire un paese come antidemocratico. Il “presidente” iraniano, invece, si spinge oltre: all’interno del sua Repubblica Islamica le impiccagioni sono quasi all’ordine del giorno. In Iran ti impiccano se sei gay, se sei in disaccordo con la politica governativa o se hai commesso un crimine (anche minore). L’unica condizione è avere diciotto anni.

Gli organizzatori della manifestazione, dichiarano di essere sdegnati dal fatto che Mahmoud Ahmadinejad sia stato invitato a partecipare al summit indetto dalla FAO. Per questo, varie associazioni che da sempre si battono per i diritti umani hanno costituito un comitato, “Abbiamo Fame di Libertà” (Hungry for Freedom).

Il volantino distribuito ai partecipanti dice che Ahmadinejad non può parlare di fame nel mondo mentre il suo governo totalitario nega i diritti della democrazia agli stessi iraniani e a Teheran si susseguono torture e condanne a morte contro tutte le minoranze e mentre le donne sono trattate secondo la legge del Corano, che le ritiene “esseri inferiori”.

“Come può Ahmadinejad parlare di fame nel mondo mentre incita il suo popolo all’odio contro gli ebrei e chiede la distruzione dello Stato di Israele?”.   

Tutti concetti ribaditi più e più volte dagli attivisti iraniani presenti in Piazza di Spagna, dal professor Compagna, da Anna Borioni, adetta stampa dell’Associazione “Appuntamento a Gerusalemme”, con a capo Anita Friedman. Tutti concetti gridati a voce alta dagli iraniani stessi, molti dei quali impossibilitati a fare ritorno in patria, che si trovavano al sit-in.   Se mai ce ne fosse stato bisogno, poi, le parole pronunciate da Ahmadinejad appena sceso all’aeroporto di Ciampino confermano la sua vena violenta:“Alla gente piace ciò che dico, perché la gente si salverà dalle imposizioni dei sionisti. Gli europei hanno sofferto grandi danni dai sionisti e oggi i costi di questo regime falsificato, che siano politici o economici, sono sulle spalle dell’Europa.. .Non credo che le mie dichiarazioni creino problemi”. Quindi i “sionisti” sarebbero ancora una volta la causa di tutti i mali del mondo. E le sue dichiarazioni secondo cui Israele dovrebbe essere “cancellato dalle mappe geografiche” non creerebbero problemi.

Il messaggio che il dittatore iraniano vuole far passare è che la possibile (e di questo passo probabile) nuclearizzazione dell’Iran non comporterebbe rischi per lo Stato Ebraico, nonostante le reiterate minacce di distruzione che lui e il suo entourage hanno messo in atto. 

 La manifestazione di quest’oggi, e quella che si terrà questa sera alle otto in Campidoglio, rappresentano un’occasione per affermare la democrazia contro tutte le forme di dittature, siano esse di matrice politica o religiosa. La legge della Sharia non può e non deve avere sostenitori un continente, come quello europeo, dove la democrazia è ritenuta un valore imprescindibile. 

 “Questa manifestazione – recita il volantino – grida a tutte le nazioni democratiche che non esiste la soluzione al dramma della fame nel mondo senza la democrazia e la libertà in tutto il mondo. La lotta alla fame si può e si deve accompagnare alla lotta a ogni forma di violenza, a ogni dittatura, a ogni violazione dei diritti umani, a tutti i terrorismi.  La soluzione definitiva alle tragedie alimentari passa attraverso l’affermazione della democrazia civile, sociale, politica ed economica”.