Corruzione: Boschi fa la splendida con le dimissioni degli altri
28 Aprile 2016
Siamo alle solite, è sempre una questione di opportunità politica. Tema che abbiamo già affrontato diverse volte, ma a quanto pare la storia continua. Il presidente del partito democratico della Campania, Graziano, accusato di concorso esterno in associazione camorristica, si è subito autosospeso dopo aver appreso di essere coinvolto in una inchiesta su presunti intrecci tra politica e malavita. Secondo gli inquirenti, l’esponente del Pd avrebbe incontrato in alcune occasioni un imprenditore arrestato successivamente per associazione camorristica. Nel mirino degli investigatori alcune conversazioni telefoniche in cui Graziano e l’imprenditore avrebbero parlato delle elezioni regionali del 2015, e del successo elettorale dei dem, oltre alla vicenda ancora da chiarire su un finanziamento per il restauro di un immobile che il politico si sarebbe adoperato di far ottenere.
A parte il fatto che adoperarsi per far ottenere un finanziamento per adesso non sembra prefiguri gli estremi dell’illecito penale, e tenendo anche conto del fatto che gli uomini politici soprattutto a livello locale incontrano tantissima gente, saranno in ogni caso le sentenze a parlare. Si può obiettare che, visti gli allarmi lanciati da Davigo e Cantone, il tema delle mani pulite torna al centro del dibattito pubblico e che il governo in carica, volente o nolente, deve farci i conti. Tanto più che la vicenda dalla quale siamo partiti ha per protagonista il Sud, terre di storico radicamento criminale, in un’epoca nella quale le amministrazioni locali tendono a dare il peggio di sé. Ma ricordiamo pure che troppe volte sono fioccati avvisi di garanzia che poi in sede processuale non hanno trovato riscontro.
Detto ciò, il giorno stesso in cui ha ricevuto l’avviso di garanzia, il presidente del Pd campano si è dimesso. Lo sottolinea il ministro delle riforme Maria Elena Boschi intervistata a Otto e Mezzo da Lilli Gruber, “Graziano correttamente si è subito sospeso dal partito”, “se ci sono indagini, non ci sono condanne”. Ma se il principio ordinante della realtà è diventata l’opportunità politica, e se questa opportunità tende ormai a prevalere sugli stessi avvisi di garanzia, com’è che allora il ministro resta al suo posto? Il suo papà è stato coinvolto nel caso della Banca Etruria per una spericolata condotta finanziaria che è costata un mucchio di soldi a tanta gente. Se bisogna dare l’esempio, e bisogna darlo sempre, il ministro Boschi potrebbe fare un passo indietro. Del resto in parlamento le opposizioni hanno combinato un pandemonio proprio sulla opportunità di certi provvedimenti presi dal governo per salvare il salvabile delle zombie-bank.
Anche questa vicenda campana ci insegna dunque com’è fatto il renzismo. Cosa sono la correttezza e l’opportunità politica secondo Boschi e il suo amico Renzi. Finché tocca agli altri, massimo garantismo possibile ma è meglio che vi dimettete, se no i grillini ci spellano vivi. Vedi la fine dei ministri Guidi, Lupi, Idem. Quando invece tocca a noi dell’inner circle, stesso garantismo ma guai a mollare la poltrona. Più che opportunità si chiama opportunismo. Ma è comprensibile e, come abbiamo detto, la storia è destinata a ripetersi: essendo Maria Elena il campione del renzismo, se si autosospendesse Lei verrebbe giù tutta la baracca.