Corte europea sì al divieto di velo islamico: non viola i diritti umani
12 Luglio 2017
di Redazione
Martedì 11 luglio la Corte europea dei diritti dell’uomo ha finalmente deciso che la legge approvata in Belgio l’1 giugno 2011 sul divieto di indossare vesti che coprano parzialmente o totalmente il volto non viola la Convenzione europea sui diritti umani. Nel gergo del politicamente corretto per “vesti che coprono il volto” si fa riferimento, ovviamente, al velo islamico. La sentenza arriva perché anni fa, era stato portato, davanti a un tribunale belga, il caso di due ragazze Samia Belcacemi – di nazionalità belga e residente a Schaerbeek – e Yamina Oussar – una cittadina marocchina di Liegi – multate per aver indossato in pubblico il niqab – il velo islamico che copre l’intero volto e lascia solo gli occhi scoperti. E’ allora che il caso è finito alla corte di Strasburgo.
Le due ragazze avevano fatto appello al diritto di indossare, liberamente, qualsiasi cosa volessero, definendo il velo una parte fondamentale della propria identità religiosa islamica e bollando il divieto belga come discriminatorio. Cosa funziona meglio, nell’Europa multiculturale, del gridare al “razzismo”? Ma i giudici europei hanno stabilito che la restrizione normativa è riuscita a bilanciare l’esigenza di garantire le condizioni di convivenza civile con la tutela dei diritti e delle libertà individuali necessarie in una società democratica. “Il Belgio ha cercato di rispondere a una pratica che riteneva incompatibile con la comunicazione sociale e la creazione di relazioni umane, indispensabili per la vita della società”, si può leggere nel comunicato emesso dalla Corte.
La decisione è stata presa da un collegio formato da 7 giudici, con 5 voti a favore e due contrari, quello del presidente islandese del collegio e del giudice turco. Entrambi i divieti – hanno spiegato i giudici – sono stati valutati come “proporzionati all’obbiettivo” poiché preservano il “vivere comune”, inteso come “protezione dei diritti e delle libertà altrui”. L’ultimo Pese in ordine temporale ad approvare il divieto di velo era stata l’Austria. La coalizione centrista al governo il 31 gennaio 2017, ha vietato, intatti, niqab e burqa, negli spazi pubblici come tribunali e scuole e sta prendendo in considerazione il divieto di indossare il velo e altri simboli religiosi per gli impiegati statali. Eppure c’è ancora qualcuno, nella politicamente corretta Europa, che li vuole come simboli di libertà.