Cosa avrebbero dovuto fare gli Alleati, bombardare i campi di concentramento?

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Cosa avrebbero dovuto fare gli Alleati, bombardare i campi di concentramento?

15 Aprile 2010

Il mondo si è chiesto se la tragedia dell’Olocausto avrebbe potuto essere evitata. Qualcuno ha ipotizzato che gli Alleati fossero a conoscenza del problema e che abbiano volutamente evitato di rivelarlo al pubblico per inspiegabili motivi politici.

La verità è molto meno semplice. In parte è dovuta al fatto che una simile rivelazione, non sostenuta da prove certe e dovuta solo a testimonianze per sentito dire, non sarebbe stata creduta. Ricordiamoci che mai nella storia si erano verificati fatti del genere.

L’eliminazione degli ebrei venne decisa in segreto alla Conferenza del Wannsee, un lago vicino a Berlino, il 20 gennaio 1942, ove altissimi esponenti del Partito Nazista, delle SS e dell’Amministrazione del Reich, presieduti da Reinhard Heydrich ed Adolf Eichmann, vennero posti a conoscenza della Soluzione Finale.

Tale processo venne avviato pochi mesi dopo in maniera selettiva, utilizzando comunque quella forza lavoro utile allo sforzo bellico. Non si trattò di uno sterminio indiscriminato, che era comunque rimandato alla fine della guerra. L’elenco dei prigionieri, divisi per nazionalità e città di provenienza con precisione teutonica, ammontava a circa 21 milioni di individui.

Un campo di concentramento, dall’alto, sembra una caserma o un carcere, con decine di baracche tutte uguali sistemate in file ordinate e ravvicinate. Ai lati ed al centro ci sono le costruzioni dei guardiani e al limite estremo, in taluni casi,  i forni crematori, spesso indistinguibili dal resto se non fosse per i lunghi fumaioli. I campi di concentramento erano numerosissimi, tutti distribuiti all’interno del Reich oppure ad est di esso, come Auschwitz in Polonia.

Una forza aerea composta da pochi apparecchi inviata a bombardarne uno sarebbe stata facilmente abbattuta prima di arrivarci sopra. Una potente forza aerea, come quella usata per Amburgo o Dresda, era semplicemente troppo grande o indisponibile a causa dei fitti impegni bellici già in corso e comunque avrebbe comportato la distruzione totale dei campi con la morte immediata di tutti i detenuti. In molti casi, come ad esempio ad Auschwitz, sarebbe stata fuori portata utile per una azione efficace. Inoltre, dopo i primi attacchi, gli obiettivi sarebbero stati noti.

Chi sostiene che gli Alleati avrebbero potuto bombardare i campi non conosce le problematiche della guerra aerea della Seconda Guerra Mondiale, né le specifiche tecniche degli apparecchi e probabilmente non sa nulla di aviazione.

Dei caccia veloci e pesantemente armati come ad esempio il Mosquito britannico avrebbero potuto compiere incursioni mirate a distruggere esclusivamente i forni e/o le baracche delle guardie. La cosa fu compiuta con successo nel febbraio 1944 con l’Operazione Jericho, dove 17 cacciabombardieri Mosquito attaccarono con un solo passaggio le mura della prigione della Gestapo di Amiens in Francia, dove circa 700 partigiani erano a rischio di esecuzione. La missione ebbe successo permettendo la fuga di 270 uomini, ma costò la perdita di cinque aerei tra cui quello del Comandante, deceduto col copilota.

Solo che gli alleati non disponevano di così tanti aerei dedicati e tantomeno di piloti addestrati per questo, inoltre ovviamente i tedeschi si sarebbero resi conto che le loro intenzioni ed azioni erano state scoperte e avrebbero proceduto alla eliminazione immediata di tutti i prigionieri e alla distruzione delle prove.

La cosa era fattibile in poche settimane con estrema facilità: bastava una compagnia di SS Einsatzkommando per ogni campo. Ricordiamoci che i detenuti venivano chiusi a chiave di notte nelle baracche, che erano sempre di legno. Non ci vuole molta fantasia, specialmente per un SS.

L’unica opzione logica, anche essendo a conoscenza del problema, era far finire la guerra il più presto possibile, cercando di non fare sapere al nemico di aver “mangiato la foglia” in modo da dargli un falso senso di sicurezza e che i suoi crimini avrebbero potuto essere impuniti.

Certo, ci voleva del pelo sullo stomaco, ma quella è una caratteristica che nell’ultima guerra mondiale non è mancata proprio a nessuno.