Cosa c’è dietro gli attacchi di Famiglia Cristiana al Cavaliere

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Cosa c’è dietro gli attacchi di Famiglia Cristiana al Cavaliere

14 Agosto 2008

Allarme fascismo in Italia. A lanciare il singolare, quanto eccezionale avvertimento, è Famiglia Cristiana che in un editoriale di Beppe Del Colle paventa un possibile ritorno del ventennio “sotto altre forme”. Si colora così di una nuova sfumatura lo scontro tra il governo e la rivista settimanale dei paolini, che ormai da mesi sta portando avanti un attacco sistematico contro l’Esecutivo e le sue iniziative.

Ad innescare le critiche di Famiglia Cristiana stavolta è stato il provvedimento deciso dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per contenere i fenomeni criminali legati all’immigrazione. In particolare a creare maggior sconcerto è stata la decisione di prendere le impronte ai bambini rom. Un misura giudicata “indecente”, scrive Del Colle, “perché da un lato basta censirli, aiutarli a integrarsi con la società civile in cui vivono marginalizzati, ma dall’altro bisogna evitargli la vergogna di vedersi marcati per tutta la vita come membri di un gruppo etnico considerato in potenza tutto esposto alla criminalità”. Un marchio che secondo la rivista cattolica riporterebbe alla memoria “l’orrore della discriminazione sociale delle minoranze: quella foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss è venuta alla memoria come un simbolo”. Per questo, continua l’editoriale, “il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio europeo hanno protestato. Esprit ha scritto: ‘Gli italiani sono incredibilmente duri contro i romeni e gli zingari’. Sarà ‘incredibile’, ma è vero”. Parole dure, ma non meno della preoccupazione che “non si riveli mai vero il suo sospetto ( della rivista Esprit ndr ) che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo”.

Un attacco senza precedenti da parte di un giornale che, se da un lato non sta facendo passare una settimana senza puntare il dito contro il governo, adesso tira in ballo il fantasma del fascismo. Affondo che però è servito alla rivista diretta da don Sciortino anche per spedire al mittente le critiche che nei giorni scorsi il centrodestra aveva rivolto a Famiglia Cristiana. Accuse di “cripto comunismo” e “cattocomunismo” che dai paolini è stata sdegnosamente rifiutata facendo notare che “siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi eticamente irrinunciabili”. Polemiche che però, comunque, non spiegano e sotto certi versi non giustificano l’allarme per un ritorno del fascismo.

Ed ecco che c’è chi come il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri, che, oltre ad annunciare querela nei confronti del direttore don Sciortino per un’intervista rilasciata ieri su “La Stampa”, azzarda l’ipotesi del “crollo delle vendite” come motivo dei recenti attacchi. Crisi a parte secondo altri alla base degli attacchi di queste settimane al governo ed a tutta la classe politica, ci sarebbero non tanto problemi di natura economica, ma piuttosto questioni interne legate ai rapporti tra la stessa casa editrice ed il Vaticano. In sostanza i rumors parlano di un problema da risolvere e cioè di dover far dimenticare il passato, quello dove trovava largo spazio un giornalista come Guglielmo Sasinini ed i suoi strettissimi rapporti con Pio Pompa, l’uomo del Sismi. Una sorta di incubo nel quale si troverebbe la rivista e dal quale vorrebbe uscire al più presto ma senza pagare dazio.

In pratica gli attacchi al governo ed alla stessa maggioranza di centrodestra, ma anche al Partito democratico, avrebbero il significato di dare l’immagine di un settimanale con la schiena diritta, che non scende a patti con la politica. Che si tratti di difficoltà economiche o di immagine quello che è certo è che il livello dello scontro alzato da Famiglia Cristiana per ora non ha precedenti. Naturale che quindi dal Pdl si rigetti con sdegno le accuse della rivista paolina. Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega alla Famiglia spiega infatti che “di fascista oggi in Italia ci sono soltanto i toni da manganellatore che ‘Famiglia Cristiana’ consente di usare a Beppe Del Colle”. E “per fortuna – continua Giovanardi – gli argomenti usati e le immagini evocate si squalificano da sole, mentre rimane il rammarico che un settimanale che entra in tutte le parrocchie italiane tenti di coinvolgere una parte del mondo cattolico in una campagna connotata da pregiudizi e livore ideologico senza precedenti”. Non meno duro il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che dice : “Questo giornale sta perdendo colpi. Il suo direttore se ne sta beatamente a cullarsi sulle onde di Marettimo e in questo contesto parla di pericolo fascista”. Per La Russa ritorna così alla mente “il tentativo di buttarla tutta sull’antifascismo quando la sinistra voleva a tutti i costi raggiungere il potere, magari con il compromesso storico con la Dc. Mi pare che è fuori tempo; riporti in avanti le lancette dell’orologio e si accorgerà che quelle che io reputo fandonie le può dire tranquillamente”. Fuori dalle polemiche rimane Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che archivia la vicenda con un laconico “io come sempre mi astengo dalle polemiche”.

Caustico, invece, il commento dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che in merito all’attacco di Famiglia Cristiana dice di non riuscire a capacitarsi “della meraviglia del governo e della maggioranza”. Secondo lui “è notorio anche nei più periferici ambienti cattolici che ‘Famiglia cristiana’ è stata sempre la punta della pubblicistica della sinistra cattolica, tanto che Giovanni Paolo II a cagione delle posizioni assunte anche su delicati temi morali, la commissariò per ben due volte”. A sua volta il direttore don Sciortino si difende spiegando di essere “sorpreso di queste reazioni perchè ogni cittadino dovrebbe poter valutare l’operato del governo. In un paese normale questo fa parte di un libero dibattito, di un libero confronto”.

Intanto il Vaticano prende le distanze. E per tramite del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha precisato che il settimanale dei Paolini «non ha titolo per esprimere nè la linea della Santa Sede nè quella della Conferenza episcopale italiana. Il settimanale  – ha poi aggiunto padre Lombardi – è una testata importante della realtà cattolica. Le sue posizioni però sono esclusivamente responsabilità della sua direzione».

Intanto però il ruolo di difensori della rivista dei paolini ricade sull’opposizione dove il comunista Pino Sgobio afferma che “alcuni che stanno al governo pensano di essere ancora nel ventennio. Le reazioni scomposte, e nervose, di alcuni ministri e di alcuni esponenti della maggioranza di governo alle critiche del settimanale cattolico Famiglia Cristiana sui temi della sicurezza dimostra che siamo in presenza di un esecutivo autoritario e di una maggioranza antidemocratica”. Sostegno a Famiglia Cristiana e critiche al governo giungono pure dall’Udc dove Maurizio Ronconi giudica “incomprensibili e provinciali le critiche a Famiglia Cristiana”. Secondo l’esponente udiccino “la maggioranza invece di criticare gli editoriali del settimanale dovrebbe riflettere sulle note critiche molto vicine alle riflessioni del mondo cattolico più impegnato. Oggi Famiglia Cristiana è l’organo più attento nell’interpretare quei cattolici emarginati da un sistema politico di stampo risorgimentale”.

Unici a rimanere in silenzio gli esponenti del Pd che per la verità anche loro nelle scorse settimane sono stati sotto il fuoco di sbarramento di Famiglia Cristiana e per questo abbastanza freddi nei confronti della rivista cattolica. Un atteggiamento che per una vota ha evidenziato sintonia tra il Pdl ed il Pd. Una sintonia che è tutto merito degli articoli al vetriolo di Famiglia Cristiana che, purtroppo per lei, è davvero l’unico.