Cosa c’è dietro la crisi della provincia di Isernia?

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Cosa c’è dietro la crisi della provincia di Isernia?

18 Gennaio 2012

Alla prima occasione utile l’Alleanza di centro ha dimostrato al presidente della Provincia di Isernia, Luigi Mazzuto, che faceva sul serio: ieri, su richiesta del consigliere Alfredo Ricci, la seduta dell’assise di via Berta è saltata. Nel chiedere il rinvio, l’esponente del partito di Pionati ha sostanzialmente ribadito che il mini rimpasto di giunta disposto unilateralmente da Mazzuto non è affatto piaciuto. La novità l’avevano appresa dai giornali, senza cioè un minimo di confronto con i partiti della coalizione, che ora tutti reclamano a gran voce. Ricci ha chiesto di rinviare la seduta per concedere a tutti un pausa di riflessione, in attesa di un auspicabile chiarimento in seno alla maggioranza. Ma le eventuali discussioni dovranno avere questa premessa: l’azzeramento dell’esecutivo.

Il coordinatore provinciale dell’Adc, Enzo Mancini, lo ha detto senza troppi giri di parole al presidente della Provincia. Ma non è il solo. Cancellare e riscrivere la giunta provinciale è un chiodo fisso di diversi esponenti della maggioranza. I voti raccolti dalla proposta di rinvio avanzata da Ricci la dicono lunga: 14 favorevoli, 3 astenuti, 2 contrari. Quasi un plebiscito. Di certo un messaggio chiaro indirizzato al numero uno di via Berta. Per loro il settimo posto conquistato da Mazzuto nella classifica sul gradimento dei presidenti di Provincia pubblicata su Il Sole 24 Ore conta poco. I cosiddetti “dissidenti” (o “malpancisti”, secondo altre correnti di pensiero) chiedono il rilancio dell’azione politica attraverso un esecutivo nuovo di zecca. Angelo Camele, Romeo De Luca, Camillo Di Pasquale (ieri assente), Roberto Di Pasquale, Gregorio Perna e Antonio Potena, rafforzati dalla presa di posizione dell’Adc, non si sono lasciati sfuggire l’occasione di presentare il conto al presidente. Che ora si trova con una grana in più da risolvere. Un problema che si chiama Alleanza di Centro, un partito che può contare su due consiglieri e un assessore, Clementino Pallante, che a sua volta – fedele agli ordini di scuderia – ha deciso di non partecipare alle prossime riunioni di giunta.

Mazzuto, tuttavia, non si è chiuso a riccio. Si è detto disponibile a partecipare a un tavolo di confronto, alla presenza dei leader dei partiti della coalizione, al fine di trovare risposte convincenti alle questioni che restano irrisolte. Ma sull’azzeramento ci va cauto: in questo periodo così delicato – dice – fa più male che bene, poiché a suo avviso un’operazione del genere rallenterebbe l’attività di un ente che sta lavorando sodo. Non a caso, prima del rinvio, è stato votato un importante provvedimento teso al rilancio turistico dell’Alto Molise. Il presidente non esclude, tuttavia, di valutare l’ipotesi di “resettare” il suo esecutivo. A patto che si giochi a carte scoperte. Un modo per dire che vuole che si parli in maniera chiara, anche per capire se il vero problema della maggioranza sia davvero il modo di mandare avanti la Provincia.

Non a caso le dichiarazioni di uno degli “scontenti”, Antonio Potena,  fanno capire che in questi giorni, in realtà, si sta giocando su più tavoli. Uno di questi è rappresentato dal congresso provinciale del Popolo della libertà, in programma alla fine di gennaio. Parlando con i cronisti ha detto proprio questo: i lavori del congresso stimoleranno il dialogo, faciliteranno i chiarimenti e prepareranno il terreno in vista delle Comunali di primavera (un altro tavolo che vede aumentare di giorno in giorno il numero di “giocatori”). Che la gestione della Provincia c’entri poco con certe levate di scudi, lo si capisce anche sfogliando i giornali locali di oggi: si parla di una possibile candidatura di Potena al congresso del Pdl. Del resto Mazzuto non può ricandidarsi, poiché la carica di coordinatore è incompatibile con quella di presidente dell’Amministrazione provinciale. Il suo aspirante successore avrebbe già diversi consiglieri provinciali e comunali pronti a sostenerlo. Ma potrebbe non essere il solo a tentare la scalata al vertice del partito di via Libero Testa. Anzi, sembra che ci sia già un avversario pressoché sicuro: Alessandro Altopiedi, vicino all’assessore regionale Filoteo Di Sandro. Rappresenterebbe in qualche modo la corrente degli ex di Alleanza nazionale, contrapposta a quella degli ex forzisti, della quale fa parte Potena. Ma anche Domenico Testa, ex presidente del consiglio comunale di Isernia aveva in tasca la tessera di Forza Italia: negli ultimi giorni si è fatto anche il suo nome.

Il 28 gennaio ancora è lontano e fino ad allora potrebbe succedere di tutto. Tra l’altro, mentre si consumano queste scaramucce e si gioca al totocandidati, i big del partito ancora non si sono pronunciati. Ma in tanti se lo chiedono: quali saranno le prossime mosse del presidente della Regione Michele Iorio, del coordinatore regionale Ulisse di Giacomo  e dell’europarlamentare Aldo Patriciello? Per ora non hanno preso posizione. Si sono limitati a dire che i lavori dei congressi (c’è anche quello provinciale di Campobasso e quello per il rinnovo del vertice regionale) devono servire per rafforzare il Popolo della Libertà, non per accentuare le divisioni. Hanno chiesto di abbassare i toni. Ma in cuor loro sanno che il bello deve ancora venire. Certo è che solo loro hanno la possibilità di rimettere al posto giusto i tasselli di un puzzle rimescolato da crisi (vere o presunte) e appuntamenti elettorali.  Ed è ciò che intendono fare.