Cosa c’è realmente dietro le riunioni del Tavolo tecnico sulla Sanità?

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Cosa c’è realmente dietro le riunioni del Tavolo tecnico sulla Sanità?

19 Aprile 2012

Cambiano gli attori sul palcoscenico, ma il copione resta sempre lo stesso. Ed è così che la storia dei bilanci della sanità molisana si conferma qualcosa di simile a una commedia, dal finale sempre più tragicomico. Al momento, il personale sanitario dipendente dalla Regione è allo stremo, le proteste si moltiplicano, le strutture ospedaliere risentono in modo pesante della mancanza di fondi. Tutto ciò dipende da una serie di problemi che non si riescono o, a questo punto, non si vogliono risolvere. Ma veniamo ai fatti.

Il Molise ha un buco nei conti della sanità quantificato, finora, in circa 40-45 milioni di euro. Si tratta di quel deficit “storico” che non si riesce a colmare con le risorse correnti. Ciò ha portato il precedente governo nazionale a nominare un commissario per risolvere l’emergenza di bilancio. E commissario è stato nominato il presidente della Regione, Michele Iorio. A lui sono stati affiancati due sub-commissari, per aiutarlo a svolgere il gravoso compito. È stato approntato da anni un piano di rientro dal deficit, che è sotto la lente di ingrandimento – da altrettanti anni – dei tecnici delle Finanze. Il piano, valutato periodicamente dal Tavolo tecnico istituito presso il Ministero dell’Economia, non fa praticamente passi in avanti da tempo. Perché? I vertici della Regione non se lo spiegano. Del resto, molte delle problematiche che dovevano essere affrontate per far tornare a quadrare i conti hanno visto la luce: il deficit, con l’applicazione del piano, verrebbe quasi dimezzato in poco tempo. Tutto questo grazie a una serie di innalzamenti delle addizionali regionali (che molte critiche hanno attirato sul governatore Iorio), in conseguenza del blocco delle assunzioni e a seguito di una prospettiva di gestione delle strutture sanitarie molto più attenta.

Addirittura, ad aiutare il rientro, lo scorso anno era arrivata una delibera del Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr) che aveva stanziato circa 50 milioni di euro, utilizzabili dalla Regione anche per ripianare il debito. Niente da fare, il Tavolo tecnico non ha sbloccato l’utilizzo di quei fondi, dal momento che non è mai stato riconosciuto al Molise l’impegno di aver cercato tutte le strade possibili per trovare una soluzione alla questione. Così come non sono stati sbloccati i circa 200 milioni di euro di Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate, ndr). Sempre, pare, per lo stesso motivo.

E cioè perché sulle riunioni tecniche a Roma c’è sempre un velo di mistero. Per questo sono in molti a sospettare che dietro i continui divieti del Tavolo tecnico al Molise ci sia qualcosa di più. Il retroscena più incredibile è che, secondo alcune fonti, alcuni degli stessi tecnici impegnati nella valutazione del piano di rientro non saprebbero i motivi del perché al Molise non sia stato accordato lo sblocco di alcune risorse che risulterebbero fondamentali per la risoluzione del problema. Qualcuno di molto ben informato, inoltre, sosterrebbe che addirittura in sede di valutazione non siano stati portati nemmeno i conti corretti o comunque siano stati mostrati numeri in modo approssimativo. Tanto è vero che, pare, il reale deficit attuale potrebbe posizionarsi attorno ai 20-25 milioni di euro. Non sono bricioline, ma è quasi nulla in confronto alle cifre (80-100 mln) di cui si parlava anni fa. Nessuno dei dirigenti regionali impegnati su questo versante si spiega il perché di questo ostracismo nei confronti del Molise. Intanto, negli ultimi giorni, ci sono stati strani sviluppi.

Domenica 16 aprile, il senatore del Pdl ed ex assessore regionale alla Sanità, Ulisse Di Giacomo, dirama un comunicato in cui critica l’operato di uno dei due sub-commissari, Mario Morlacco, scrivendo: “Due Regioni diverse, la Campania e il Molise, con in comune lo stesso sub-commissario che rappresentava entrambe al Tavolo, hanno avuto due trattamenti completamente diversi: il Molise, che si presentava con il risultato straordinario del dimezzamento del disavanzo 2011 rispetto al 2010, veniva bocciato, con tutte le conseguenze negative del caso; la Campania, invece, veniva promossa, anzi sembra abbia ottenuto una premialità di qualche centinaio di milioni di euro. Se quindi – aggiunge Di Giacomo – è naturale che dopo il successo ottenuto il Governatore della Campania nomini il dr. Morlacco ‘Responsabile del Dipartimento Regionale per la Salute’, è altrettanto auspicabile che, per la disfatta registrata, il Molise chieda l’immediata rimozione del dr. Morlacco da sub-commissario per la Sanità”. Non passano neanche due giorni e la stampa dà notizia delle dimissioni di Morlacco che, in realtà, sarebbero state firmate ancor prima dell’appello di Di Giacomo. I motivi dell’abbandono? Non chiarissimi. Cosa che lascia spazio ad altri sospetti. Non è che, forse, tirare per le lunghe e lasciare in sospeso la partita della sanità molisana fa comodo a qualcuno?