Cosa farà la Boccassini nel 2601?
21 Maggio 2011
di redazione
Spiega la demografa Rossella Palomba, in uno scandalizzato articolo di Repubblica, che se le donne nella magistratura italiana cresceranno al ritmo attuale la parità fra i sessi si raggiungerà nel 2601. Uno pensa a un refuso, ma secondo la ricercatrice del CNR, che presenterà ufficialmente i suoi studi al festival della Antropologia di Pistoia, in quest’ultimo scorcio di maggio, anche nel caso più ottimistico (ipotizzando, cioè, che sui luoghi di lavoro venissero promosse solo donne), bisognerebbe aspettare 63 anni per avere le pari opportunità.
Lo stesso articolista di Repubblica, esterrefatto, deve ammettere che da queste cifre "viene fuori un miraggio". Le più sconfortate saranno le migliaia di studentesse di giurisprudenza di buone speranze che a quel miraggio, una laurea da appendere in salotto, ci credono ancora. La scienziata però ammette che le proiezioni non sono sempre affidabili; in demografia come per il global warming. Dentro i calcoli statistici si nasconde sempre un diavolo di dettaglio, visto che "la questione dell’uguaglianza implica molti fattori non solo oggetivi ma anche soggettivi".
Se ci ragioniamo un attimo, in effetti, in Italia c’è almeno un caso di una donna-magistrato che non solo è riuscita a superare gli ostacoli esterni che impediscono al gentil sesso di affermarsi come e quanto vorrebbe, ma che dopo aver raggiunto i suoi colleghi maschi li ha decisamente surclassati, diventando un’eroina di tanti italiani affascinati dalle toghe, meglio quando sono rosse. Stiamo parlando di Ilda Boccassini, ovviamente. La grande persecutrice del premier Berlusconi. La determinatezza, l’intransigenza e la pervicacia di Ilda, dunque, sono la variabile impazzita che manda gambe all’aria le ricerche sponsorizzate con acume da Repubblica.